Her Dior: la rivoluzione femminista di Maria Grazia Chiuri

Her Dior: Maria Grazia Chiuri’s collaboration with Women artists è un documentario che racconta il viaggio creativo della designer attraverso le sue collaborazioni con artiste femministe 

La rivoluzione femminista di Maria Grazia Chiuri nella maison Dior è iniziata dal primo giorno.  La designer, infatti, ha da subito chiarito la propria visione a Bernard Arnault, fondatore e CEO di LVMH : «L’idea di femminilità associata a Dior e alle sue silhouette non poteva essere il mio linguaggio. Ho dichiarato subito che il mio approccio sarebbe stato femminista». 

CRUISE 24 MEXICO – COLLABORATION WITH ELINA CHAUVET
Photographer: Adrien Dirand

Nel documentario, diretto da Loïc Prigent, si ripercorrono gli otto anni di carriera della designer a capo della direzione creativa della maison Dior. Maria Grazia, come una promessa fatta a sé stessa e a tutte noi, ha mantenuto la parola scegliendo di collaborare esclusivamente con artiste donne. 

“We Should All Be Feminists” e la forza del simbolismo

Il lavoro seminale sulla ricerca artistica di Chiuri parte dalle sue origini, nata e cresciuta in una famiglia che ha vissuto gli anni delle rivoluzioni giovanili, la designer ripropone nel suo percorso creativo all’interno della maison i valori di emancipazione e libertà femminile. 

Nel suo percorso si avvicendano come un’unica melodia le voci delle artiste, le quali testimoniano quanto sia importante ed essenziale ancora oggi la sorellanza. Infatti, ognuna di loro, attraverso un dialogo intimo e sublime con la designer ha dato vita a una nuova idea di fare moda: «Lo show space diventa una galleria», così dice Maria Grazia che sceglie di utilizzare il settore come cassa di risonanza. La prima sfilata di Chiuri nel 2016 vede la collaborazione della maison con la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie autrice della iconica frase “We Should All Be Feminists”. La collezione risuona quasi profetica se si pensa alla quarta ondata del movimento femminista del 2017.

PAP SS17 – BACKSTAGE HC SS20 – BOOKLET
Photographer: Chloé Le Drezen

L’attrice Alyssa Milano, infatti, quell’anno rilanciò l’hashtag #MeToo su Twitter in seguito allo scandalo Harvey Weinstein, il potente produttore di Hollywood accusato da numerose attrici e professioniste del cinema di molestie e abusi sessuali. Nel documentario Adichie spiega la potenza dei simboli all’interno del dibattito pubblico, soffermandosi sull’iconica t-shirt della prima collezione venduta in beneficenza. «Il femminismo è ordinario come una maglietta», sottolinea la scrittrice riconfermando l’importanza mediatica della moda. Le frasi manifesto per la maison Dior diventano quindi un veicolo di messaggi che attraverso il ricamo, le installazioni artistiche e le stampe prendono parte di un discorso più ampio che riguarda donne, ma soprattutto uomini. 

L’esclusione delle donne dal panorama artistico e la rivalsa di Tomaso Binga

Judy Chicago, classe ’39, esponente dell’arte femminista statunitense, ricorda la sua prima volta alla Cappella Sistina: «C’era un Dio uomo che allungava il dito e dava alla luce l’Uomo. E io dissi, no, no, no, no non è così che avviene la nascita.» Non a caso, nel 2020, l’artista porta al museo Rodin, in occasione della sfilata, la monumentale The Female Divine conducendo gli invitati direttamente all’interno del corpo femminile. L’urgenza femminista di Maria Grazia Chiuri non prende ispirazione solo dal passato, ma guarda verso il futuro. Sostenuta e aiutata dalla figlia Rachele Regini, laureata in Gender Studies a Londra, riesce a trovare un equilibrio tra la sua visione e l’atteggiamento reazionario tipico delle nuove generazioni.

Rachele, ora Cultural Advisor di Dior, spiega “il mito del genio maschile” raccontando quanto sia stato difficile per le artiste emergere in un contesto socio-culturale in cui alle donne non era permesso frequentare corsi artistici. Bianca Pucciarelli Menna, in arte Tomaso Binga, incarna perfettamente la problematica. «Il patriarcato non vuole sentire la tua voce» , così l’artista spiega la scelta di utilizzare uno pseudonimo maschile. Alle donne non era concesso esporre all’interno delle gallerie d’arte come se la creazione artistica, in un paradosso atavico, fosse riservata solo al sesso maschile. Binga, poetessa e performance artist, attraverso il proprio corpo, dà ancora una volta voce alle donne creando un’incredibile installazione per la maison. Dalla A alla Z, recita una poesia che assume nel contesto della passerella la funzione di manifesto del dialogo artistico fra la poetessa e Maria Grazia Chiuri. 

La collaborazione di Maria Grazia Chiuri con la Chanakya School

La designer durante gli otto anni da Dior, non solo ha collaborato con artiste professioniste, ma dal 2017 sostiene la Chanakya School. L’iniziativa è nata dalla volontà della designer di garantire alle donne di Mumbai indipendenza dal controllo maschile attraverso l’insegnamento dell’arte del ricamo, attività che nel paese viene concessa solo agli uomini. Karishma Swali, creative director della scuola, spiega «Per me si trattava di salvaguarda e innovazione, ma lei mi ha dato un punto di vista completamente diverso. Mi disse, e le donne?». Da quel momento la scuola è completamente al femminile e permette ogni giorno alle donne del posto di reinventarsi e poter finalmente sognare una vita diversa. La collaborazione con la scuola è stata celebrata dalla designer nel 2023 attraverso uno show tenutosi al monumento Gateway of India di Mumbai.

FALL 23 MUMBAI – MAKING OF TORAN AT CHANAKYA
Photographer: Sahiba Singh Photographer: Sahiba Singh

La speranza fuori dalle passerelle

Fulvia Carnevale, Silvia Giambrone, Sharon Eyal, Eva Jospin, Anna Paparatti, Mariella Bettineschi, Mickalene Thomas, Joana Vasconcelos, sono solo alcune delle straordinarie artiste con cui Chiuri ha collaborato durante questi anni nella maison. Tra le ultime, la collaborazione con SAGG Napoli nel 2024 che ha rievocato la potenza delle Amazzoni ricordandoci che la femminilità non consiste nel perdere la propria forza, ma anzi nell’utilizzarla per combattere le proprie battaglie. Maria Grazia, mecenate femminista, attraverso un dialogo intimo e collettivo con l’arte, ha dato vita a innovativi paradigmi d’espressione che risuonano nelle sue creazioni all’interno della maison Dior.

PAP SS25 – COLLABORATION WITH SAGG NAPOLI
Photographer: Adrien Dirand

Il lavoro della Chiuri continua ancora oggi a far riflettere sulla condizione della donna nella storia sia del passato sia del presente. Ad ogni collezione la designer invita tutti, donne e uomini, nella sua camera delle meraviglie. La speranza di un mondo diverso è scritta sugli abiti, si nasconde nel comfort dei singoli capi, è ricamata sulle pareti e, un giorno, arriverà lentamente fuori fra le strade delle città, sulla rete nazionale, nelle scuole. Magari all’improvviso busserà alle nostre porte, giungerà nelle nostre case, si siederà a tavola insieme ai nostri parenti e, forse finalmente non saremo noi ad alzarci per prime per sparecchiare la tavola. 

FALL 24 NEW-YORK – COLLABORATION WITH SUZANNE SANTORO & CLAIRE FONTAINE
Photographer: Adrien Dirand
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Mar 14, 2025

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