Noisy People: BDSM fever 

Sfumature estetiche nella società: le nuove ondate subculturali 

Il viaggio fra le subculture contemporanee di Noisy People continua espandendosi nelle arterie stilistiche più nascoste. Dopo aver scoperto il nuovo stile Mods analizzeremo l’estetica fetish del mondo BDSM. 

BDSM fever

Fra le pareti più intime delle nostre fantasie si fa spazio un mondo infinito, lucido come il latex e nebuloso come la notte più oscura. L’estetica fetish rappresenta una delle sfumature subcultutrali più diffuse e democratiche del nostro tempo. Un lifestyle che si è liberato di tutti i costrutti sociali più restringenti, ignorando pregiudizi e censure morali. L’origine stilistica di questo movimento è ben radicata nella storia del costume e della moda mondiale ed è arrivato ad influenzare anche i creativi più istituzionali. La moda festish è figlia della subcultura BDSM, acronimo di Bondage, Disciplina, Dominazione, Sottomissione, Sadismo e Masochismo. Uno scambio di potere sessuale che risale ad antichi riti religiosi in cui il sacro e il profano si incrociavano in un equilibrio catartico e spirituale. Una vera e propria indagine sulle fantasie umane che si è sviluppata fra le pareti nascoste della camera da letto fino al XX secolo.

Grazie alla psicoanalisi di Freud e al conseguente ampliamento della sfera sessuale, il mondo BDSM si è liberato dalla censura morale.  È possibile individuare la prima “traccia” democratica dell’estetica fetish negli anni Cinquanta, grazie alle illustrazioni di John Willie e della sua musa Bettie Page. Un duo creativo che segnò la storia di questa subcultura e che ritrovò terreno fertile fra le pagine di Bizzarre Magazine. John e Bettie riuscirono a sintetizzare l’estetica della pin-up unita al guardaroba BDSM attraverso illustrazioni dal forte carattere erotico. Una vera e propria rivoluzione per quel decennio che delineò gli standard stilistici dell’estetica fetish.

I capi appartenenti a questa subcultura vengono ripresi direttamente dall’epoca vittoriana, un secolo dominato dall’oppressione sessuale e religiosa. Il BDSM riprende così i corsetti opprimenti indossati dalle donne, i crussard e i frustini utilizzati per andare a cavallo. E ancora, i guanti lunghi fino al gomito, il pizzo e le maschere che in quell’epoca venivano utilizzate appositamente per sedurre l’amato. Seppur non della stessa derivazione rientrano nel guardaroba BDSM i body-harness, le autoreggenti e applicazioni come borchie, catene e occhielli decorativi. Tutti questi elementi vengono riportati nel mondo fetish attraverso una rivisitazione estetica e dei materiali, come il latex, la pelle e il cuoio. 

Nell’industria della moda l’estetica BDSM viene introdotta negli anni Settanta dalla rivoluzionaria Vivienne Westwood. La designer britannica difatti rappresentava a pieno i valori promossi dalla liberazione sessuale che stava avvenendo. Ricordiamo il suo primo iconico negozio “SEX” in cui il punk si incrociava con gli elementi rubati al guardaroba dei motociclisti e delle prostitute. E ancora le sue collezione d’ispirazione vittoriana in cui erotismo, sottomissione e dominazione si fondevano perfettamente. Successivamente negli anni Ottanta fu Jean Paul Gualtier a  inglobare nella propria estetica gli elementi distintivi del BDSM con i suoi storici corsetti. Il designer francese contribuì all’emancipazione sessuale legata alla nuova figura della donna che ritrovò piena espressione nella sua musa per eccellenza, la regina del pop Madonna. Un’estetica che ritroveremo anche nel sua direzione creativa da Hermes dove fra Birkin e Kelly spuntavano eleganti frustini e maschere in pelle.

Con questa democratizzazione culturale, l’estetica fetish è stata ripresa negli anni da innumerevoli creativi. Impossibile non citare il grande lavoro di Thierry Mugler ma anche di direttori creativi più vicini al nostro presente. Per la FW 2018 di Moschino Jeremy Scott realizzò una collezione interamente ispirata a questo mondo. Body harness, maschere in latex, zip e corsetti si insinuarono nell’estetica pop ed eclettica dello storico brand italiano. Anche Demna da Balenciaga reinterpretò la subcultura BDSM nella collezione SS 2023. Il designer georgiano realizzò una collezione ricca di paradossi in cui eleganti completi da ufficio venivano indossati da modelli interamente ricoperti di latex. 

Diversi designer inoltre hanno costruito l’estetica dei propri brand interamente sul mondo fetish. La narrazione erotica di Ludovic de Saint Sernin si è rivelata vincente grazie ad elementi riconoscibili come gli occhielli e i pantaloni in pelle con chiusura a corsetto. Richard Quinn invece ha sviluppato la propria visione unendo l’eleganza della campagna inglese con i fetish sessuali legati al mondo BDSM. Nelle sue creazioni le stampe floreali e i volumi esasperati incontrano la lucentezza del latex di bodysuit, stivali e guanti. Inoltre, in occasione della collezione FW 22, il designer fece sfilare in passerella l’icona drag Violet Chachki accompagnata dal suo schiavo personale portato al guinzaglio.  

L’estetica fetish si è radicata indissolubilmente nel nostro guardaroba e rappresenta un vero e proprio lifestyle seguito da milioni di individui. Un’espressione dello stile personale, tipico delle subculture, che si apre a innumerevoli reinterpretazioni, da quelle integrali a quelle più mitigate. Il BDSM può rappresentare per molti una parte importante del proprio vissuto in cui i pregiudizi morali si disperdono nel nero del latex più lucente. 

Chiara

A. Come definiresti il tuo stile (in tre parole)? 

C. Kinky. Glamour. Dark 

A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica? 

C. Prendo ispirazione principalmente dal mondo BDSM soprattuto per i materiali, gli accessori e lo spirito di emancipazione sessuale. Credo infatti che quest’ultima possa derivare da determinate scelte di stile che ti valorizzano in un determinato modo e che fanno riferimento, senza censure, alle nostre fantasie più intime. Il mondo Drag è stato molto importante per la costruzione del mio stile, sia a livello personale che professionale. Considero le Drag Queen artiste a tutto tondo che sanno cucire, ballare, truccarsi, cantare e intrattenere come nessun altro.

Riprendo molti elementi distintivi anche dal mondo del Burlesque soprattuto per l’estrema eleganza, la ricchezza dei dettagli e l’attitudine erotica. Un tocco glamour al mio stile che mitiga in qualche modo il forte carattere BDSM. Questo mondo è diventato parte integrante della mia vita professionale. Come performer cerco di curare ogni minimo dettaglio, portando sul palco il glamour, la provocazione e soprattuto la mia visione stilistica. Da questa esigenza difatti nasce Rawxxi.Lab, il mio brand d’abbigliamento BDSM che racchiude tutte le mie passioni. 

Total look Rawxxi.lab.

Ludovica

A. Come definiresti il tuo stile (in tre parole)?

L. Cupo, enigmatico, provocatorio. 

A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica?

L. Prendo ispirazione dalle mie passioni, immergendomi in una dimensione fortemente estetica che si intreccia con la mia visione creativa. Mi affascinano le molteplici espressioni di teatralità di John Galliano e Thierry Mugler.Tuttavia, il mio stile è indubbiamente influenzato da personalità come Dilara Findikoglu, ma è soprattutto Vivienne Westwood a rappresentare il mio principale punto di riferimento. La sua audacia e il suo spirito ribelle risuonano con la mia ricerca di autenticità. Mi lascio ispirare anche dal cinema e dalla fotografia, attingendo a opere che evocano sicurezza e mistero.Sono particolarmente attratta dall’estetica provocatoria del latex, che offre infinite possibilità di espressione e reinterpretazione. In questo contesto, ammiro molto il lavoro di Violet Chachki.

Abito FBLD latex, Stivali Pleaser, Orecchini Choppy lab.

Mimì

A. Come definiresti il tuo stile (in tre parole)?

M. Black, deciso, impattante.

A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica?

M. La mia estetica combina gli anni Ottanta e Novanta con tocchi futuristici e a tratti trasgressivi. Ogni scelta di stile è ispirata a icone femminili che usano la moda per esprimere la loro forza interiore. Fin da piccola ho ammirato le donne forti e indipendenti, capaci di esprimersi senza paura. Non penso solo a figure celebri, ma anche a donne che incrocio per strada e che, attraverso il loro stile, trasmettono indipendenza e completezza. È come se il loro look dicesse che non hanno bisogno di nessuno per sentirsi abbastanza. Amo dettagli come cinturini, borchie ed eyeliner deciso, simboli della mia volontà di esprimere emozioni e aspirazioni. La mia estetica è un tributo a tutte le donne che scelgono di essere se stesse, e anche a quelle che ci provano, celebrando la loro forza in ogni forma. Sono loro la mia ispirazione.

Bag trieli.na.
Share

Nov 25, 2024

  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /

DISCOVER MORE

DISCOVER MORE