Sfumature estetiche nella società: le nuove ondate subculturali.
Rifiutare la visione comune del mondo. Affermarsi in una collettività ristretta che si estranea dalla massa e rifiuta qualsiasi etichetta. Le subculture nascono dall’esigenza morale e sociale di sottrarsi alla cultura dominante, troppo alienante nella sua omogeneità.
L’arrivo degli anni Settanta del Novecento ha segnato una spaccatura nel sistema sociale, composto, fino a quel decennio, soltanto dalla middle e dalla working class. Le nuove generazioni iniziarono a distaccarsi dai costrutti sociali correnti per creare, attraverso uno stile di vita differente, dei microcosmi in cui far sentire la propria voce. Punk, Hippy, Goth sono soltanto alcune delle numerose subculture che iniziarono a diffondersi alla fine del secolo scorso, creando dei recinti morali ed estetici ben definiti e riconoscibili. Per delineare questi confini e creare un proprio stile, i componenti di questi sottogruppi culturali ribaltavano e facevano propri i prodotti della cultura di massa che, a sua volta, iniziò a mercificare la loro estetica, distruggendo di fatto il loro carattere indipendente. Un perpetuo commercio culturale che ha portato inevitabilmente alla fluidificazione delle distinzioni stilistiche più nette.
Per queste ragioni, ad oggi, è sempre più difficile individuare estetiche ben precise e riconducibili a determinate subculture. In un continuo divenire culturale e sociale questi cosmi si contaminano fra di loro, arricchendosi o annullandosi, in un presente sempre più mutevole.
New Wave Goth
Fra le contaminazioni subculturali più diffuse e presenti nel panorama contemporaneo è possibile individuare l’estetica New Wave Goth. Una reminiscenza dello stile gotico tradizionale che ingloba codici e riferimenti culturali variegati.
Nata negli anni Ottanta, la subcultura Gothic inizia a diffondersi come stile musicale nei locali underground di Londra come il Batcave. Attraverso la musica, l’estetica Goth si materializzò nella moda di chi ascoltava quel genere musicale, arrivando pian piano a contaminare un pubblico ancora più vasto.
Dark e anticonformista, questo nuovo lifestyle si è consolidato negli anni grazie a codici estetici ben definiti e provenienti da altre subculture come il post-punk, il grunge e il death rock. La pelle e il nero sono un must ma non gli unici elementi che definiscono il Goth, ovvero un’estetica che si presta a numerose interpretazioni personali. Ad oggi, infatti, è possibile individuare l’Haute Goth, strettamente legato alla moda di Rick Owens, Gareth Pugh o al primo Alexander McQueen. Il Gothic Lolita, che nasce dalla fusione con l’estetica giapponese Gosu Rori e il Cybergoth che, con il suo sapore più futuristico, unisce gli elementi distopici con lo stile rave e l’Industrial Metal.
Il New Wave Goth contemporaneo è il risultato stilistico di tutti questi mondi che si scontrano in una visione variegata e fluida, dalle mille sfumature personali ma soprattutto autentiche.
Alice
Alice, 21 anni, Studentessa @alicecupri
A. Come definiresti il tuo stile in tre parole?
A. Scenico. Dark. Aggressivo.
A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica?
A. Prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda. Banalmente da una chiesa, da una statua o un quadro.
Spesso é attraverso il cinema che esploro diverse realtà. Ho iniziato da Blade Runner di Ridley Scott e The Matrix, avevo solo sedici anni, e da lì un susseguirsi di nuovi approcci al mondo cyberpunk, per poi, passare al grunge-punk, punk-rock e al dark-wave punk del film di Wim Wenders: Il cielo sopra Berlino del 1987.
La moda, come il cinema, a sua volta ha influito notevolmente, contemporaneamente e simultaneamente, quasi come se facessero parte di un unico corpo visibile e percettibile artisticamente. Dall’unica e inimitabile Vivienne Westwood, pioniera del punk, ad Alexander McQueen degli anni Novanta, Thierry Mugler, Yohji Yamamoto, Martin Margiela e tanti altri che hanno dato voce e corpo alla mia identità.
Infine dal panorama musicale riprendo l’ideologia dell’estetica maledetta e decadente.
Tanti personaggi, per me icone di stile, come Robert Smith, Nick Cave, Patty Smith, Prince, David Bowie, incorporano quelli che vorrebbero essere gli ideali che condivido.
Mi piace prendere ispirazione da tante cose e tante persone, ma cerco sempre di distaccarmi dall’immaginario di qualcun’altro per non ricadere nell’imitazione e rimanere sempre fedele a me stessa.
Nicole
Nicole, 23 anni, Make-up artist @blackdragonfly___
A. Come definiresti il tuo stile in tre parole?
N. Misteriosa. Cupa. Controcorrente.
A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica?
La mia estetica ha iniziato a prendere forma grazie alla musica e alla visione dei film cult degli anni Trenta, Sessanta e Ottanta. Le mie muse ispiratrici sono state: The bride of Frankestein, Morticia Addams, Elvira e Lily Munster. Negli anni mi sono sempre più avvicinata all’estetica gotica adattandola al presente grazie a personaggi come Daphne Guinness e Dita Von Teese.
Simone
Simone, 22 anni, Studente @goldgh0st
A. Come definiresti il tuo stile in tre parole?
S. Ethereal. Underground. Whimsical.
A. Da dove prendi ispirazione per la tua estetica?
S. La mia fonte d’ispirazione deriva principalmente dall’ottica astratta. Ciò che mi ispira quotidianamente infatti, non sono tanto le cose concrete, quanto le emozioni che quest’ultime sono capaci o meno di suscitare. E per la stessa ragione, credo che le parole siano lo strumento più potente, in grado di suscitare ispirazione ed emozioni; su di me esse hanno un influenza estremamente forte che si riflette nella mia immagine. Nella concretezza, sono molto appassionato di immagini religiose e di cinema indipendente, due elementi che hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione della mia persona e della mia estetica.
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Photographer Andreea Caas @andreeacaas
Creative Director Oriana Maltese @loce_rio
Text Antonio Capozzoli @antoniocapozzolii