Roma, 04 Ottobre 2025: il respiro lento di un weekend lungo

Roma con il suo weekend lungo, lungo come il suo corteo, formato da un milione di persone che hanno riempito le strade, le piazze, i ponti, i respiri

Un milione di corpi e di voci che hanno gridato insieme basta, contro il silenzio, contro la complicità, contro l’indifferenza che uccide due volte. C’erano bandiere che tagliavano il cielo come ferite aperte.

C’erano mani che alzavano cartelli e dentro quei cartelli il respiro di un popolo che non smette di resistere.

In piazza non c’era rabbia, c’era dignità, c’era amore, c’era la certezza che la libertà di uno è la libertà di tutti.

E sopra tutto, la statua di San Francesco, nel suo giorno, ha accolto il grido di un popolo pronto a cambiare le regole di quel gioco sporco. Le sue braccia aperte non benedicevano il potere, ma abbracciavano la folla, la pace, l’umanità,  custodendo la rabbia come forma di amore, la protesta come atto di fede nel domani.

Il fumo rosso, il cielo limpido, le voci in coro tutto si è mescolato in un unico grido: Basta silenzio.

Roma, cuore di un Paese complice, ha battuto per un giorno con il sangue di Gaza.

Ha gridato contro un governo che chiude gli occhi, che firma alleanze e vende armi, mentre un popolo viene cancellato. Ma tra le sue pietre antiche è germogliata la speranza: una speranza che non chiede il permesso, che nasce dall’unione, dalla resistenza, dal coraggio di dire no.

Non è stata solo una semplice manifestazione. È stato un atto d’amore, un gesto di umanità che attraversa i confini, che non dimentica, che rifiuta l’indifferenza come forma di morte.

Perché la libertà non è un privilegio, è un diritto.

E finché una sola voce sarà soffocata, noi continueremo a gridare, insieme, Palestina libera. 

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Ott 7, 2025

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