Lo stile Losercore: il fascino di essere un perdente

Un’estetica che abbraccia l’imperfezione e l’autoironia, trasformando il “brutto” in una dichiarazione di stile.“Volevo essere un duro però non sono nessuno” cantava Lucio Corsi più di un mese fa a Sanremo. E forse questa frase sintetizza al meglio il senso di questo articolo

Stiamo parlando del Losercore, un’estetica emergente nel mondo della moda che dà voce agli emarginati, al loro universo anti-fashion, e a tutto ciò che viene considerato “brutto” nell’immaginario estetico comune. D’altronde, è quello che Miuccia Prada e la sua visione ugly-chic ci ripetono da tempo. Oggi più che mai, infatti, si celebra l’imperfezione e l’autenticità. In particolar modo, l’idea di essere un “perdente” come forma di ribellione contro gli standard tradizionali di bellezza e successo.

L’essenza del Losercore: tra imperfezione e anti-fashion

Il Losercore non è solo un’estetica di nicchia: da tempo conquista le maggiori passerelle, come dimostrano le collezioni di Balenciaga e Miu Miu. Questo stile trasforma in tendenza tutto ciò che consideriamo uncool e fuori moda, puntando su abbigliamento comodo e sdrucito, colori spenti e un mix di capi apparentemente discordanti che esaltano l’individualità e l’autoironia.

Miu Miu Fall 2025.

Si vedono spesso t-shirt con loghi o riferimenti a film, serie TV, giochi o personaggi iconici (da Star Wars a Marvel, passando per Harry Potter), abbinati a felpe con cappuccio, jeans e pantaloni sportivi. Gli occhiali da nerd, simbolo stereotipato del geek chic, diventano un accessorio distintivo di questo stile che gioca con l’idea di intellettualismo senza rinunciare alla funzionalità.

L’ispirazione anni 2000

Come da copione, nella moda niente è davvero nuovo. L’estetica Losercore si rifà ad un linguaggio visivo che arriva direttamente dai primi anni 2000, ispirandosi a quel mix di nerd, trasandato e disadattato che descriveva i side character delle serie TV e dei film dell’epoca. Questi personaggi nascevano in risposta alle pressioni sociali del conformismo e dell’adesione ai canoni estetici tradizionali. Oggi, quello stesso immaginario viene rivisitato in chiave fashion, trasformando la ‘goffaggine’ in un codice di stile.

Basti pensare a figure iconiche come Seth Cohen di The O.C., con il suo look da indie kid, o a Sheldon Cooper di The Big Bang Theory, con le sue t-shirt da nerd e l’atteggiamento goffo che lo rendeva un emblema dell’outsider intellettuale. Il Losercore riprende proprio questa estetica disallineata, trasformandola in un manifesto di naturalezza e autoironia.

Diventa così una vera e propria celebrazione di chi non vuole vincere, perché ha già trovato bellezza nell’essere fuori posto. Dopotutto, cosa c’è di più autentico di chi smette di inseguire un ideale che non gli appartiene?

Share

Mar 25, 2025

  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /

DISCOVER MORE

DISCOVER MORE