Valentino Haute Couture: magnifici tormenti 

La prima collezione di Alessandro Michele per Valentino Haute Couture esplora le stratificazioni culturali celate nel concetto primario della “lista”. “Vertigineux” è un’ode alla poesia del caos e del suo contrario, un’enumerazione infinita degli elementi più irrazionali della ragione 

Alessandro Michele debutta con la sua prima collezione di Haute Couture per Valentino e ci presenta una visione personalissima del concetto stesso di abito. Partendo infatti dalla figura retorica della “lista”, ampliata nel suo significato filosofico e antropologico da Umberto Eco, si giunge ad un sinfonia estetica sistematicamente caotica. L’enumerazione di oggetti, persone e fenomeni in sistemi logistici genera il feticcio della stratificazione che si espande in duplici significati. Se da un lato infatti “La lista” rappresenta l’ordine delle cose dall’altro è impossibile definirne i confini, resi labili dall’espressione comune dell’ “eccetera”. In questo tumulto di idee, che si ramificano dall’enumerazione, nasce la cultura più libera e pura. Alessandro Michele si lascia trasportare dal flusso di questa libertà artistica creando una collezione ricca di dicotomie estetiche e storiche.

Si genera così una “vertigine” di abiti che si annullano e si scontrano fra di loro, sintetizzandosi nella narrazione poetica del caos. Il tempo viene fagocitato dalle silhouette, dai tessuti e dalle lavorazioni appartenenti ad innumerevoli epoche storiche. Gli abiti scenografici d’ispirazione spagnola ci riportano alla moda del XVI secolo e all’utilizzo del verdugos, ma non solo. Viene riproposta la linea ad S della tournure che si contra con gli abiti Rococò arricchiti da stampe e arazzi, sorretti da infiniti paniere. 48 look ci raccontano altrettante storie diversificate; magnetiche nella loro drammaticità. La moda riscrive la storia del costume, facendo emergere copricapi dal sapore egizio e maschere da wrestling messicano tra pizzi, gorgiere, plissé e ruches in georgette.

Valentino celebra il suo heritage rivisitando l’archivio, una metodologia che Alessandro Michele integra spesso nella sua filosofia estetica. Lo show difatti si apre con una reinterpretazione estremizzata di un’abito Haute Couture realizzato dalla maison nei primi anni ottanta. La poesia del caos si muove sui tessuti moiré, sulle balze degli abiti teatrali e fra le note esotiche dei coordinati che celebrano la moda di Paul Poiret. Una lista infinta di suggestioni emozionali, materiche e storiche che nella collettività fanno emergere l’unicità di ogni look. 

«Calvino chiamerebbe questa lista “uno zodiaco di fantasmi”: una poetica dell’eccetera in cui ogni filo, ogni cucitura, ogni traccia di colore si trasfigura in una molteplicità di parole che trascendono i confini del visibile.» Ha dichiarato il direttore creativo in una nota prima dell’inizio dello show. 

La visione di Alessandro Michele diventa sublime fra le trame infinte dell’Haute Couture che in questa occasione diventa il tramite estetico per viaggi in epoche lontane. La musica incalzante di Sergej Prokof’ev ci accompagna nel girone finale di questa vertigine infinita. L’equilibrio del caos diventa impalpabile e genera così una nebulosa di magnifici tormenti. 

Share

Gen 30, 2025

  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /
  • DISCOVER MORE
  • /

DISCOVER MORE

DISCOVER MORE