Si è svolta sabato l’ultima sfilata di Dries Van Noten che abbandona così il mondo della moda dopo averla segnata per sempre. La sua è stata una carriera che è impossibile da dimenticare e oggi va celebrata in tutte le sue ricche sfumature
E così, come il vento leggero della primavera che trasporta con se sinfonie di profumi e colori, Dries Van Noten si defila da quel mondo che ha segnato per sempre. Una lettera d’addio resa pubblica qualche mese fa, scritta con parole d’amore che oggi rivivono in quella che è stata la sua ultima collezione. Una carriera lunga oltre trent’anni capace di influenzare la storia della moda attraverso una spettacolarità poetica e non convenzionale. Definito da molti “maestro del colore”, Dries Van Noten si è distinto negli anni per la sua ricca sensibilità artistica, impossibile da categorizzare. Una creatività strabordante ma sempre misurata e trainata da riferimenti culturali infinti. Il massimalismo delle stampe bucoliche ed etniche, la ricchezza delle applicazioni e il perfetto equilibrio cromatico hanno dato vita ad uno stile riconoscibile e rivoluzionario nella sua eleganza.
La storia di Dries Van Noten inizia ad Anversa dove nasce nel 1958, da una famiglia in cui la l’artigianato sartoriale veniva tramandato di generazione in generazione. Il designer belga di fatti inizia a lavorare nell’industria della moda fin da subito. Inizialmente ricoprendo il ruolo di buyer per la boutique gestita dal padre sarto. Una piccola parentesi di vita che Dries riconosce essere una delle più influenti nel suo percorso lavorativo.
La Royal Academy of Fine Arts di Anversa rappresenta il punto di svolta per la sua formazione. Infatti, la nota Accademia lo porterà ad essere riconosciuto in tutto il mondo nel 1986. Un anno che in molti ricorderanno per via della “ventata rivoluzionaria” proveniente dagli Antwerp Six che presentarono le loro collezioni per la prima volta a Londra. Dries Van Noten era uno di quei sei nomi passati alla storia, così difficili per la stampa internazionale tanto da attribuirgli un soprannome unico.
E così Dries iniziò la sua scalata catturando l’interesse di colossi come Barneys e Whistles. Inseguito aprì il suo primo negozio fisico “Het Modepaleis” ad Anversa. Nel 1991 sfilò per la prima volta in solitaria durante la Paris Fashion Week presentando la collezione menswear. Alla quale si aggiunse poi la moda donna due anni più tardi. Dries Van Noten fu uno dei primi a portare in passerella il racconto concettuale dietro ogni collezione, realizzando fashion show che ancora oggi sono ricordati. Per la primavera estate 1996 portò in passerella modelle fuori dagli schemi e dalle misure delle tanto amate top model. Una celebrazione del corpo femminile in tutte le sue sfumature, comprese le più generose e naturali, testimoni di una disinvoltura quotidiana, ancora oggi difficile da trovare.
Nello stesso anno per la moda uomo organizzò un fashion show nel parco di Palais Royale dove i modelli giravano fra i presenti in sella a delle bici. La sovrapposizione genderless di gonna e pantalone, ormai sdoganata, venne introdotta proprio da lui nella FW 1996. E Con il passare degli anni gli show si fecero sempre più spettacolari ed indimenticabili. Nell’autunno inverno 2003 le modelle sfilavano circondate da decorazioni e luci natalizie. Mentre per la primavera estate 2005 la passerella si trasformò un un lungo tavolo imperiale illuminato da lampadari di cristallo. Uno show memorabile, al quale hanno assistito 500 persone, che celebrava il raggiungimento di ben 50 passerelle presentate durante gli anni. Impossibile non ricordare anche la collezione per la primavera estate 2015 ispirata ad “Ophelia” l’opera del preraffaellita John Everett Millais.
Le modelle, ricoperte da delicate stampe floreali, sfilavano su una passerella di morbido muschio verde sul quale si adagiavano nel finale dello show. Il sodalizio fra la Marchesa Casati Stampa e Gabriele D’annunzio ispira invece la collezione massimalista e ricca di riferimenti culturali per l’autunno inverno del 2016-17. Quello di Dries Van Noten è stato un percorso creativo autentico, che ha sempre rifiutato l’omologazione dettata dalla tirannia commerciale.
Una carriera dedita all’arte e ricca di riconoscimenti come quello di miglior designer internazionale del CFDA ottenuto nel 2008. Una storia segnata anche da un sincero “attivismo creativo” grazie alle continue lotte contro il fast fashion e contro i ritmi troppo serrati e pressanti del fashion system. Nel presente infatti il tempo diventa tiranno e si insinua nella creatività, devitalizzandola e omologandola. Ma Dries Van Noten appartiene ad un’altra epoca, in cui i ritmi erano serrati dalla dinamicità di pensiero e dagli stimoli artistici di un’era ormai finita.
Una fiume di fogli d’argento ricopre la passerella della collezione uomo primavera estate 2025, l’ultima realizzata dal designer belga che lascia così le redini del suo brand. Ad aprire lo show Alain Gossuin, modello presente anche nel 1991 durante la prima sfilata di Dries Van Noten. Nonostante sia un addio, non c’è nulla di spettacolarizzato, anzi c’è, come sempre, la lettura del presente attraverso lo stile della maison. Sono presenti i colori saturi, le maxi stampe floreali e capi spalmati d’oro e d’argento. Le silhouette si rilassano, così come la struttura della giacca doppio petto realizzata in chiffon. Un’ultima collezione intrisa di libertà, leggerezza e sincerità.
Dries Van Noten lascia la moda ma la sua eredità continuerà a fiorire “come in un giardino” stagione dopo stagione.