Dai Mods agli Skinheads: l’evoluzione della prima vera sottocultura del dopoguerra made in UK

Vespa, Parka, Polo Fred Perry, capelli new french line e logo della Royal Air Force, sono i codici estetici di questa subcultura

Quali sono le origini del movimento Mods? Come la maggior parte dei movimenti giovanili, i Mods nacquero in contrapposizione rispetto alle regole di costume che generavano frustrazione nei giovani.

Alla fine degli anni Quaranta Miles Davis, con la sua musica sperimentale, segnò l’inizio del modern jazz. Questo nuovo sound d’oltreoceano spopolò tra i giovani inglesi che cominciarono ad imitare lo stile Ivy League caratterizzante le loro icone musicali. L’amore per il modern jazz portò a parlare di modernists, etichetta poi abbreviata in Mods. Tale appellativo indicava il movimento costituito da coloro che erano affascinati da tutto ciò che sembrava distante dalla tradizione inglese.

Questi giovani volevano distaccarsi dal modo in cui vivevano i loro genitori, ignari della portata del boom economico del dopoguerra. L’Italia ebbe un ruolo chiave nella definizione dello stile Mod. Infatti, negli anni Cinquanta e Sessanta, celebri film come Vacanze Romane, con i suoi protagonisti che giravano per le vie di Roma in sella ad una Vespa, e la Dolce Vita di Fellini influenzarono in maniera decisiva l’estetica Mods. Da qui la predilezione per Vespe e Lambrette come mezzi di trasporto, personalizzate con clacson, specchietti e luci per attirare l’attenzione.

L’apertura alla cultura internazionale non andava però a discapito dell’iconografia britannica, sempre molto presente nello stile dei Mods. L’Union Jack e l’icona della Royal Air Force erano infatti must have dell’abbigliamento quotidiano. 

Lo stile per gli early Mods era un fattore caratterizzante e distintivo. I Mods attinsero infatti pienamente dall’Italian style vestendosi con completi finementi ricercati e su misura in netta contrapposizione con la generazione precedente e con i loro coetanei inglesi. 

Quando è cominciata l’evoluzione di questo movimento?

A partire dal 1965 i Mods cominciarono ad avvicinarsi alla Pop Art e alla psichedelia. In quegli anni Londra era diventata fulcro di un’evoluzione culturale che aveva coinvolto moda, musica e arte: era iniziata l’era della “Swinging London”. In questo periodo la sottocultura Mods arrivò oltreoceano e diventò un fenomeno internazionale. 

Negli anni Sessanta anche lo stile vide un’evoluzione verso un look più casual e pratico rispetto a quello degli early Mods. Le calzature erano solitamente desert boot (stile Clark’s) o mocassini con frange. Il vero capo iconico era estremamente lontano dalla cultura britannica: il Parka preso in prestito dall’abbigliamento dell’esercito americano nella guerra in Corea dei primi anni Cinaquanta. Parte integrante dello stile Mod erano anche giacche a tre bottoni e polo a mezze maniche, rigorosamente Fred Perry. Infine, oltre al Parka, la Harrington Jacket di Baracuta era un assoluto must have.

Lo stile continuava ad essere centrale per i nuovi Mods che fecero loro il motto “Vestirsi bene, comportarsi male”. Questo motto emblematico era rappresentativo di un’attitudine marcatamente rivolta allo scontro. Gli scontri avvenivano con tifosi di squadre avversarie, con guardie alle manifestazioni e contro la sottocultura rivale dei Rockers.

Nei primi anni Sessanta anche il gusto musicale dei Mods cominciò a evolvere e il modern jazz venne affiancato da generi quali reggae, rhythm ‘n’ blues e ska. Il fenomeno Mods entrò poi a contatto con la musica britannica e alcune bands diventarono rappresentanti assolute del movimento:  gli Who, i Kinks, gli Yardbirds e i Creation per nominarne alcune. 

Questa evoluzione mainstream del movimento portò a una divisione intestina. Il fenomeno Mods cominciò a dissiparsi e, sul finire degli anni Sessanta, scomparve quasi definitivamente, sopravvivendo all’interno di altre sottoculture. Verso la fine del decennio nacquero così diverse correnti in cui molti Mods ed ex-Mods confluirono. A cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta comparirono i primi Skinheads, nati dalla  fazione più radicale dei Mods: gli hard Mods.

Identikit del movimento Skinhead

Gli Skinheads si distaccavano radicalmente dalla sottocultura “madre”, a partire proprio dalle scelte stilistiche adottate. Gli Skinhead conservano tuttora dallo stile Mods le Camicie e Polo a maniche corte possibilmente Ben Sherman o Fred Perry. Il parka dei Mods venne sostituito dal bomber, possibilmente Alpha Industries. Il tutto abbinato a bretelle, Jeans Skinny Levi’s Red Tag o 501 e Dr. Martens a discapito di abiti firmati e desert boot.
L’effettiva distanza dai Mods venne poi presa con il taglio dei capelli: la testa rasata in contrapposizione al taglio french line dei primi Mods. L’ispirazione del look Skinhead era ampiamente influenzato dalla sottocultura giamaicana dei Jamaican Rude Boys. È infatti citando i Rude Boys che gli Skinheads indossano tuttora bretelle e coppola. A seguire, molti Skinhead intorno alla metà degli anni Settanta confluirono poi nell’altra subcultura che made in UK: il Punk. 

Musicalmente i giovani del movimento Skinhead erano vicini ai cugini Mods prediligendo musica Ska tradizionale, Two Tones Ska, Rocksteady e Reggae a cui si aggiungerà poi il genere Oi!.

Lo stile Mods: un rinascimento nella Moda Contemporanea 

Nella metà degli anni Ottanta, il fenomeno Mods cominciò a scemare senza però sparire del tutto. Il look dei Mods è stato infatti fonte di ispirazione per gli esponenti del britpop. Un esempio lampante ne sono i fratelli Gallagher con il loro taglio di capelli e l’immancabile Parka indossato durante i live. Altri gruppi ad adottare questo stile, dalla metà degli anni Novanta sono stati i Blur, i Verve, gli Arctic Monkeys così come artisti più recenti quali Miles Kane e Jake Bugg. 

Nella moda contemporanea lo stile Mods si reinventa attraverso reinterpretazioni contemporanee di elementi classici. Il revival mod riflette un ritorno alla ricerca di un’eleganza senza tempo, mescolando elementi vintage con un tocco di modernità. Ne è un esempio emblematico la Collezione NIGO x Virgil Abloh LV²  che attinge da questo mondo con una colaborazione che ha mescolato streetwear e haute couture.

Con la sua simbologia variegata e distintiva, il movimento Mods ha avuto la forza di entrare nell’immaginario collettivo. Questa subcultura continua ad essere fonte di ispirazione per svariati ambiti artistici grazie alla sua capacità evolvere nei decenni al mutare del contesto culturale e sociale.

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Mar 21, 2024

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