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Gabriele Basilico. Le mie città.

La mostra “Gabriele Basilico. Le mie città”, resterà aperta al pubblico fino al 11 febbraio 2024, ed è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Triennale Milano, insieme a Electa e realizzata con la collaborazione scientifica dell’Archivio Gabriele Basilico.

A dieci anni dalla scomparsa dell’architetto e fotografo milanese Gabriele Basilico, la sua città natale gli dedica una mostra diffusa in due differenti location. Le sedi espositive sono non a caso due tra gli edifici milanesi più di spicco per storia e cultura: Palazzo Reale e Triennale. 

Gabriele Basilico, Milano 1989 ©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

“Le città sono come un libro che bisogna leggere per intero, diversamente si rischia di non afferrarne il senso. La periferia, i margini e le zone di nuova espansione: nella mia vita sono andato a finire sempre un po’ più in là.” (Architetture, città, visioni: riflessioni sulla fotografia, Gabriele Basilico) 

Gabriele Basilico: “il fotografo delle fabbriche milanesi”

Basilico nasce a Milano nel 1944 e passa i primi anni della sua infanzia in Via Cusani 10, un zona all’epoca povera e degradata che lui vivrà nel periodo del secondo dopoguerra. È  proprio in questo momento della sua vita che nasce il suo legame con i palazzi milanesi, partendo dalle macerie, a lungo unico parco giochi dei bambini della zona, che assumono ai suoi occhi un significato di rinascita ed evoluzione.

Anni più tardi scriverà infatti “sento che da queste rovine nascerà una città più forte, più ricca, più bella” ed è questo forse uno dei passaggi dei suoi libri che incarna totalmente la visione del fotografo ed architetto: saper guardare le città da un punto di vista privilegiato, che si distacca dai luoghi comuni. 

Gabriele Basilico, Milano 1975-80 ©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

La sua formazione in architettura gli ha permesso non solo di poter compiere un’indagine urbana che l’ha reso successivamente il fotografo capace di cogliere i dettagli di ogni edificio presente nei suoi scatti, ma lo ha reso altresì un personaggio di spicco nell’ambiente universitario milanese, dov’era conosciuto come “il fotografo delle fabbriche milanesi”. 

Tra Milano ed il mondo: un’ analisi della condizione umana 

Le sue foto pregne di un senso di malinconia e austerità, incarnano l’animo mutevole di una città di cui Gabriele Basilico visse ogni angolo: la sua anima irrequieta lo spinse infatti a cambiare continuamente domicilio e luogo di lavoro, cercando pace in una città da cui non riusciva ad allontanarsi e, se lo faceva, da cui ritornava ogni volta. 

Milano per Gabriele Basilico era come un rapporto stretto di parentela o amicizia; ne conosceva i quartieri eleganti e quelli malfamati, come di una persona che si conosce così bene da custodirne i più oscuri segreti. Ed in ogni luogo in cui egli andava trovava un po’ di Milano perché, come soleva dire, dentro Milano c’erano un po’ tutte le altre città.

Nel suo libro fotografico del 1995, “La Città interrotta”, Basilico parla in modo struggente di una città senza farne il nome, proprio per dimostrare come Milano potesse essere qualsiasi città, pur essendo infondo la più vicina al suo animo, e quella nella quale aveva sperimentato e conosciuto al meglio la condizione umana. Non a caso, tutte le foto del libro rappresentavano Milano. 

Due sedi di eccellenza per la più grande mostra del fotografo che amava Milano 

L’esposizione è composta da cinquecento opere e rappresenta il primo grande omaggio che la città di Milano vuole offrire al fotografo. La sede espositiva di Triennale è dedicata alla città di Milano, con fotografie che ne documentano il processo di sviluppo urbano,  partendo dal racconto delle periferie negli anni Settanta fino ad arrivare ai lavori per la costruzione di Porta Nuova.

Gabriele Basilico, Milano 2008 ©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

È  presente altresì il progetto realizzato nel 1989 per l’AEM che mostra un’altra faccia della città tramite scatti notturni. Sono presenti anche due documentari in formato audiovisivo, e tre opere cartacee provenienti dagli archivi del Museo di Fotografia Contemporanea.  Nella cornice storica di Palazzo Reale, all’interno del Lucernario, troviamo le immagini scattate da Basilico in occasione della Biennale di Venezia del 1996, mentre la suggestiva sala delle Cariatidi è dedicata alle immagini scattate dal fotografo durante i suoi viaggi a Parigi, Shangai, Istanbul, Londra, Mosca e molti altri di cui ha saputo catturare l’essenza non solo architettonica ma anche sociale e strutturale. 


Gabriele Basilico, San Francisco, 2007 ©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

Le cinquecento fotografie dislocate tra le due sedi, sono state scattate durante quarant’anni del suo lavoro, con lo sguardo cosmopolita che lo contraddistingue, mostrano perfettamente come egli sapesse cogliere le sfumature di ogni città che visitava. 

Il catalogo della mostra e il podcast

La mostra è accompagnata da un doppio catalogo in un’unica confezione, pubblicato da Electa e disegnato dallo studio Tomo Tomo, che propone una narrazione sentimentale fatta di immagini, testi, incontri, ricordi restituiti da una ricca antologia. Sarà inoltre disponibile un podcast prodotto da Triennale Milano e scritto e realizzato da Gianni Biondillo che permetterà di approfondire la figura e l’opera di Gabriele Basilico.

Gabriele Basilico, Milano 1989 ©Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

La mostra è visitabile fino all’11 febbraio 2024. Palazzo Reale è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 19.30, e il giovedì fino alle 22.30. Triennale Milano segue l’orario 11-20 tutti i giorni tranne il martedì. Acquistando il biglietto di una delle due mostre a prezzo intero o ridotto, si potrà accedere alla seconda mostra ad un prezzo speciale di 10 euro. 

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Nov 28, 2023

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