La questione etica legata all’intelligenza artificiale è uno dei topic più discussi degli ultimi mesi. Ma da cosa nasce la volontà di utilizzarla? E la moda, riuscirà a sfruttarla a suo vantaggio senza perdere autenticità?
Da qualche giorno Google ha lanciato una nuova funzione di shopping online gestita interamente dall’intelligenza artificiale. Oltre al classico algoritmo che consiglia prodotti in base alle ricerche degli utenti, sono state introdotte due funzioni innovative. La prima fra queste è la possibilità di materializzare fotograficamente, grazie al supporto dell’AI, prodotti con caratteristiche specifiche, che non si riescono a reperire in modo diretto. La creazione di quest’immagine attiverà un nuovo motore di ricerca che proporrà di acquistare capi il più possibile simili a quelli immaginati. La terza funzione invece, permette agli utenti di provare virtualmente i look che stanno per acquistare, comodamente da casa, specificando taglia e vestibilità desiderata.
Oltre al supporto pratico l’AI ha mostrato un grande potenziale creativo capace di ricreare scenari distopici e distaccati dalla realtà. Qualità che hanno attirato l’attenzione anche di grandi creativi. È il caso di Collina Strada, che per la primavera estate 2024, ha scelto il supporto dell’intelligenza artificiale. In questo modo, il brand americano, ha creato uno scontro fra archivio e nuovi look. Se le silhouette sono state studiate dal team del brand e poi ultimate dall’ AI, le stampe, che arricchiscono i look destrutturati, sono il frutto di un’elaborata manipolazione artificiale. In questo modo i prati fioriti stampati si sciolgono in un glitch iper colorato che ricorda una tela impressionista. Il risultato è più autentico che mai! Un connubio di forme e tessuti che raccontano l’estetica di Collina Strada in un’atmosfera straniante ma ricca di innovazione.
Anche Marc Jacobs ha ricorso all’intelligenza artificiale in diverse occasioni. Ad esempio ha utilizzato ChatGPT per la realizzazione del comunicato stampa della collezione autunno inverno 2023-24. Ed è ricorso nuovamente a questa per la realizzazione degli scatti dell’ultima campagna della sua linea secondaria Heaven. L’obbiettivo di Carlijn Jacobs ritrae Bella Hadid che, attraverso l’intervento di AI, diventa una donna-cyborg dai lineamenti spigolosi e priva di capelli.
Se l’immagine di Bella Hadid è soltanto alterata per fini “creativi”, quella di Kendall Jenner è clonata e manipolata per il nuovo progetto “Meta Connect” promosso da Instagram. La top model statunitense ha prestato la propria immagine per la creazione di Billie (ig @yoursisbillie) una Kendall Jenner artificiale, identica nelle movenze e nella voce, che promuove un’esperienza di connessione virtuale con i propri followers. Un realismo di immagini così impressionante da suscitare non poche questioni sull’eticità dell’utilizzo di volti di persone realmente esistenti.
Fuori dagli schermi neri la moda ha già sperimentato e analizzato da tempo l’immaginario distopico di una realtà sempre più indirizzata all’artificialità della tecnologia. Demna ad esempio fin dai suoi primi anni da Balenciaga ha promosso estetiche perturbanti che andavano ad indagare il rapporto fra l’umano e l’artificio; su ciò che è così irreale da sembrare reale. La scelta del cast dei suoi show, i make-up realizzati con protesi realistiche o le diverse collaborazioni con artisti che operano nel mondo digitale come Jon Rafman sono soltanto alcuni degli strumenti utilizzati per promuovere o denunciare una realtà che sembrerebbe sempre più vicina a noi.
In un mondo in cui abbiamo il bisogno irrefrenabile di avere tutto sotto il nostro controllo l’intelligenza artificiale ci sta offrendo la possibilità non solo di controllare la realtà che ci circonda, seppur fittizia, ma anche di manipolarla a nostro piacimento. Il confine etico è ancora molto labile. Saremo in grado di rispettarlo?