Un’estetica alla Myazaki e uno spirito ironico e vagamente malinconico. “I cazzetti del cuore” di Simone Botte sono un omaggio, un po’ nostalgico, a un’era in cui il sesso era ancora terreno di romanticismo e divertimento
“I cazzetti del cuore”, la recente pubblicazione di Simone Botte, nasce ispirandosi ai messaggi ricevuti negli anni sulle app di incontri. Infatti, con creatività e ironia, i messaggi prendono vita in simpatici “cazzetti”. Ognuno esprime una personalità diversa e, inoltre, una certa varietà di kink e allusioni sessuali più o meno sottili. Nonostante ciò, la raccolta non è mai volgare e mantiene un’estetica che deriva da riferimenti colti e da un processo di pensiero profondo. I cazzetti assumono la valenza di una riflessione sul modo di vivere le relazioni e il sesso. A distanza di dieci anni, il periodo del boom delle app di incontri viene vissuto con nostalgia. Così, all’ironia si mescola un pizzico di rimpianto per un’epoca in cui il sesso era ancora poetico o, quantomeno, meno noioso e diretto rispetto ad oggi.

A. Ciao Simone! Ci racconteresti come è nato il progetto per “I cazzetti del cuore?”
S. È nato tutto dal ritrovamento di una cartelletta di illustrazioni a pastello che avevo realizzato negli anni. Le immagini erano tutte ispirate a una serie di messaggi bizzarri ricevuti sulle app di incontri.
A. Nell’introduzione del libro, lo definisci un “memorabilia”. C’è una dimensione nostalgica, per tempi meno frettolosi nell’approccio alla dimensione relazionale. Quali sono stati, secondo te, i cambiamenti più drastici che segnano una discontinuità nell’oggi?
S. Con i social, ormai, c’è sempre più fretta di arrivare alla conclusione. Su TikTok ti aspetti che tutto accada nei primi tre secondi. I trend durano un attimo, e si vuole subito il risultato, saltando tutti i passaggi intermedi. Così succede anche nella vita e, a quanto pare, persino nel sesso. I messaggi assurdi che ricevevo un tempo mi ricordano invece che le cose erano diverse. Ci si raccontava, si costruivano storie, si usavano paragoni improbabili per descriversi, e ci si divertiva già in chat. Adesso, se ti va bene, ti mandano direttamente l’indirizzo di casa. Se ti va male, partono venti foto hot a raffica e finisce lì: niente testo, niente fantasia, niente storia. Che noia.

A. Oggi sono molti i discorsi, verbali e visivi, che si concentrano intorno al tema del sesso. Credi che questo abbia contribuito a togliere spazio all’immaginazione, che invece nel tuo approccio rappresenta una dimensione importante e rimpianta?
S. Il sesso va di moda. Il sesso è un trend. I feticci non sono più nascosti o segreti. Diventano mood per editoriali, con calze di spugna, scenari BDSM e pelle trasformata in accessorio fashion. Direi che l’era del sesso divertente è finita. Ora sembra esserci più sesso ovunque, nella vita di tutti i giorni, che a letto quando davvero è il momento di farlo.
A. Quella di partire da un qualcosa di basso e un po’ volgare e renderlo divertente e irriverente, anche poetico, è un’operazione molto interessante. Da questo punto di vista, c’è un collegamento tra il libro e il tuo brand Simon Cracker?
S. Simon Cracker sta uscendo dal concetto di moda in senso stretto.Questa è la prima di tante pubblicazioni, mie e non solo. Niente di pesante, proprio come Simon Cracker: solo concetti e situazioni divertenti da leggere. Agli altri lascio i mega ‘concettoni’; io, invece, ho bisogno di leggerezza. E voglio dare spazio a chiunque abbia voglia di divertirsi a scrivere, illustrare, leggere e sfogliare.

A. I “cazzetti” che hai disegnato sono stati raggruppati nel libro per categorie affini, piacevolmente ironiche. Tra esse, ce n’è una che preferisci?
S. È la serie in cui i vari ‘cazzetti’ vengono paragonati al cibo. Infatti, quella che, sin dall’inizio, mi ha divertito di più illustrare e colorare, e forse anche la scintilla che mi ha spinto a realizzare il primo disegno ispirato a un messaggio. Probabilmente il mio preferito è quello di una mezza banana e due mandarini.
Photo courtesy Simone Botte.