Art

PUSH THE LIMITS 2: l’arte si fa messaggio politico 

La seconda edizione del progetto PUSH THE LIMITS, di Fondazione Merz, si fa portavoce di messaggi di attivismo artistico e politico. Un’esortazione a rivendicare il ruolo di rottura dell’arte in un momento storico di conflitti e ingiustizie

Fondazione Merz ospita, a partire da lunedì 27 ottobre, la seconda edizione di PUSH THE LIMITS. Interamente dedicata all’arte e alla creatività femminile, la prima edizione della mostra si concentrava sulla volontà di respingere limiti culturali, identitaria, sessuali, geografici, sociali e di visione con l’aiuto della pratica artistica. 

Veduta della mostra
(Rossella Biscotti, Le Teste in Oggetto, 2015, Monica Bonvicini, And Rose (gold), 2024; And Rose (black), 2024, Latifa Echakhch, Untitled (Tears Fall), 2025)
Veduta della mostra
(Rossella Biscotti, Le Teste in Oggetto, 2015, Monica Bonvicini, And Rose (gold), 2024; And Rose (black), 2024, Latifa Echakhch, Untitled (Tears Fall), 2025). Foto Andrea Guermani.

Lo stesso intento continua ad animare anche PUSH THE LIMITS 2, che ospita nel percorso espositivo le opere di venti artiste. Al titolo è stata aggiunta una frase di Mario Merz. «La cultura si sveste e fa apparire la guerra»: un riferimento al ruolo complesso della cultura in situazioni di conflitto. Proprio in virtù di questo ruolo, è necessario che essa rifiuti di rassegnarsi allo status quo ed evidenzi la sua natura combattiva e di rottura. La mostra vuole dunque sottolineare la responsabilità di arte e cultura, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di forzare i limiti. In un momento storico in cui i capisaldi del diritto umano vengono continuamente stravolti, PUSH THE LIMITS vuole essere un invito a trovare nuovi modi espressivi e ricominciare a pensare in termini di giustizia e di relazioni sociali più equilibrate. 

La relazione è già azione

Opera di Zineb Sedira , Disclaimers, 2023.
Zineb Sedira , Disclaimers, 2023. Foto Andrea Guermani.

Il percorso espositivo accompagna lo spettatore nell’esplorazione di come l’arte può dare risposta alle questioni attuali, facendosi portatrice di cambiamento. Le artiste riunite nella mostra presentano origini diverse, sia in termini geografici che generazionali. Ad accomunarle è l’attitudine, al cui centro si impongono il superamento e la trasformazione dei limiti etero-imposti. La mostra mette in campo azioni, immagini e voci calci di riportate equilibrio tra mezzi e fini. La libertà artistica abbraccia l’importanza dell’essere in relazione – un aspetto che, come ricordava Barbara Kruger nella prima edizione del progetto, è qualità costituiva dell’azione.  Così, l’esposizione si articola in un percorso plurale in cui lavori già esistenti e ricontestualizzazioni pensate per gli spazi della Fondazione si alternano a opere inedite.

Le artiste coinvolte: tanti approcci diversi al concetto di resistenza politica

Le artiste ad esporre in PUSH THE LIMITS DUE sono venti: Heba Y. Amin, Maja Bajević, Mirna Bamieh, Fiona Banner aka The Vanity Press, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Latifa Echakhch, yasmine eid-sabbagh/Rozenn Quéré, Cécile B. Evans, Dominique Gonzalez-Foerster, Mona Hatoum, Emily Jacir, Jasleen Kaur, Katerina Kovaleva, Teresa Margolles, Helina Metaferia, Janis Rafa, Zineb Sedira, Nora Turato. 

Opera di Mirna Bamieh, Sour Things: the Pantry, 2024
Mirna Bamieh, Sour Things: the Pantry, 2024. Foto Andrea Guermani.

Le opere sono tante e diverse. Maja Bajevič riprende le atmosfere del maggio sessantottino e unisce pietre e biglie a elementi luminosi e sonori. Cécile B. Evans mette in scena un radiodramma, seguito da un saggio visivo con frammenti animati. Rossella Biscotti lavora con la resina acrilica e altri materiali come silicone, gesso ed europallet dando vita a due opere scultoree che ripercorrono la storia dittatoriale italiana, indagando temi come il culto della personalità e della ferocia politica. 

Innovazione e creatività si uniscono nel veicolare messaggi precisi di resistenza politica e libertà artistica, in un percorso espositivo che pone questioni più che mai attuali e urgenti.  La mostra, a cura di Claudia Gioia e Beatrice Merz, è visitabile presso Fondazione Merz dal 27 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026. 

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Ott 28, 2025

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