All’ombra della grande omologazione culturale che stiamo attraversando Alessandro Michele presenta la nuova collezione di Valentino nella luce della resistenza. Dopo l’indifferenza della moda sull’attuale clima geopolitico, il designer italiano apre il fashion show per la primavera/estate 2026 con un’importante riflessione. Attraverso le parole di Pier Paolo Pasolini si riaccende la speranza in un risveglio delle coscienze, illuminate dalle luci di mille “lucciole”

Nella notte delle coscienze a Parigi ritornano a splendere le lucciole. Metafore poetiche di speranza e resistenza in un tempo sempre più piegato all’omologazione e all’indifferenza. Attraverso le parole di Pier Paolo Pasolini, Alessandro Michele ci invita ad aprire lo sguardo e individuare un futuro rinnovato.“Nella notte di cui ti ho parlato, abbiamo visto una quantità immensa di lucciole, che facevano boschetti di fuoco dentro boschetti di cespugli, e le invidiavamo perché si amavano, perché si cercavano con amorosi voli e luci.” Scriveva il poeta neorealista in una lettera ad un suo amico. Quelle lucciole, simbolo di speranza, nei tempi oscuri dell’omologazione di massa diventano impercettibili. Per questa ragione dobbiamo risvegliare il nostro sguardo sensibile e imparare a guardare di nuovo quella luce.

E così, anche nella notte più buia, si riaccende il fuoco della ragione, vivido e ricco d’amore. La collezione di Valentino per la primavera/estate 2026 diventa uno strumento poetico attraverso il quale Michele ci invita a riflettere. In un mondo sempre più rivolto a destra anche l’arte, la cultura e di conseguenza la moda stanno attraversando una “recessione” e omologazione. L’unicità incute paura; così come la libertà e il senso critico che nasce dalla conoscenza. Ma anche nel buio più totale la speranza non scompare ma si nasconde ai nostri occhi, che dobbiamo riabituare a quei bagliori. Resistenza e bellezza diventano i due punti preziosi di questa collezione che, in un crescendo stilistico, dal “minimalismo” secondo Michele giunge al manierismo poetico.

Le scintille del futuro

La narrazione politica della collezione si traduce in un racconto estetico bilanciato e ancorato alla realtà. Presente la firma vezzosa del direttore creativo ma che in questo caso fa un passo indietro. Il primo look, che poi si ripeterà in diverse varianti, presenta una giacca anni Quaranta con chiusura a fiocco e pantaloni dritti. La silhouette allungata e sinuosa viene proposta anche nei look maschili in una riscrittura gentile di un guardaroba più minimal e quotidiano. Fiori, ali o petali rossi diventano dettagli focali sull’abito essenziale da sera nero o nelle bluse a pois trasparenti. Un piccolo dettaglio rosso, come i garofani poetici della nostra resistenza, che oggi si spera ritorni. Immancabile il riferimento agli ultimi Settanta come nelle giacche con spalline squadrate con maxi bottoni.

E ancora l’allure edonistico in stile studio 54 negli abiti d’ispirazione anni Venti con ricami luminosi che ricreano eleganti geometrie Art Deco. Il manierismo di Alessandro Michele in questa nuova collezione è assolutamente presente ma più reale ed essenziale. L’anima di Valentino e il suo heritage ritornano a rivivere in quest’estetica più sussurrata; nella sensualità desiderata e nella bellezza dell’unicità. Ogni look esprime la propria storia, come di consueto nelle collezioni del designer romano, ma in questo caso il motivo diventa più importante. È la risposta a chi vuole un mondo rivolto verso un’unica direzione; nebulosa e immersa nel buio. Sul finale tutti i modelli riuniti al centro della venue alzando gli occhi al cielo ammirano mille luci. Un’installazione di neon dinamici che ci ricordano, purtroppo, razzi o droni ma che in un soffio diventano tantissime unità luminose. Piccoli baluardi di speranza. Sono le “lucciole” che ritornano a mostrarsi o che forse stiamo di nuovo imparando ad ammirare.

Photo courtesy Valentino.