Art

Fondazione Merz a Torino apre le porte dell’esposizione con le opere dei finalisti del Mario Merz Prize

I finalisti della quinta edizione del premio presentano le loro opere alla Fondazione Merz. L’esposizione di arte contemporanea invita alla riflessione sulla società e al dialogo tra artisti e pubblico

La Fondazione Merz a Torino presenta la mostra collettiva dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize settore arte. A cura di Giulia Turconi, la mostra sarà aperta da mercoledì 11 giugno a domenica 21 settembre 2025.

I cinque finalisti del Mario Merz Prize sono stati annunciati a maggio 2024. Sono stati selezionati da una giuria di esperti composta da Samuel Gross (Special Project Manager del Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra), Claudia Gioia (curatrice indipendente) e Beatrice Merz (Presidente di Fondazione Merz).

Il vincitore del premio internazionale sarà decretato da una giuria internazionale e dal voto del pubblico. Le votazioni online saranno aperte dall’11 giugno sul sito ufficiale www.mariomerzprize.org. L’artista selezionato avrà la possibilità di dare forma a un progetto espositivo personale commissionato e prodotto dalla Fondazione. 

Agnes Questionmark

Un premio per l’innovazione culturale nei campi dell’arte e della musica

Creato nel 2013, il Mario Merz Prize nasce con la volontà di ricordare la figura del celebre artista, tra i primi esponenti dell’arte povera italiana. Tuttavia, ciò che anima il premio è soprattutto il desiderio di avviare un nuovo progetto proiettato verso il futuro dell’arte. Tale intento si inserisce perfettamente negli ideali alla base di Fondazione Merz.

Fondata nel 2005 e intitolata a Mario e Marisa Merz, la Fondazione Merz è un centro d’arte contemporanea dedicato alla promozione della creatività attraverso mostre, eventi culturali e attività educative. Nata per sostenere la ricerca e la sperimentazione artistica, la Fondazione si distingue per una visione innovativa dell’arte, lontana dal concetto di opera monumentale, e si propone come una vera e propria “casa per gli artisti” – un luogo dinamico e consapevole, aperto alle nuove sfide dell’arte contemporanea.

Franceschini_All Those Stuffed Shirts

Così, l’intento che si cela dietro al Mario Merz Prize è quello di dare vita a un progetto che consenta di individuare e segnalare nuove personalità nel campo artistico i e quello musicale. Il Mario Merz Prize si compone infatti di due anime, una dedicata all’arte e una alla musica. Il Premio per l’Arte è aperto ad artisti con una carriera internazionale avviata, senza limiti di età, nazionalità o media. Gli artisti scelti dalla giuria di preselezione sono invitati ad esporre una selezione di proprie opere in una mostra collettiva; il vincitore riceve la commissione per una produzione da presentare nell’ambito di una mostra personale.

Il Premio per la Musica è dedicato alla composizione contemporanea, con una giuria formata da esperti internazionali in grado di valutare i lavori da un’ampia prospettiva. I tre finalisti selezionati dalla giuria dopo un iter di candidature via web eseguono le loro composizioni in un concerto conclusivo. Il vincitore riceve una commissione per la composizione di un’opera per orchestra d’archi o per la sonorizzazione di uno spazio musicale, legando tra loro le diverse arti. 

I temi centrali del percorso espositivo sono l’attenzione al corpo e a temi sociali

La mostra ospitata negli spazi di Fondazione Merz dall’11 giugno è dedicata alle opere dei finalisti del Premio per l’Arte. Si sviluppa in un percorso che spazia tra i differenti lavori presentati dai cinque partecipanti, che si distinguono nella ricerca artistica e nella scelta dei materiali pur condividendo alcuni temi, come l’attenzione al corpo e a importanti questioni sociali. I lavori presentati permettono allo spettatore di immergersi in un’esperienza totalizzante, invitandolo a mettersi in gioco dando una propria interpretazione della società contemporanea. 

L’esposizione si apre con l’installazione video dell’artista Elena Bellantoni, che propone una profonda riflessione sulle rivolte popolari in quattro paesi connessi simbolicamente dalla “breadline” – la strada del pane – elemento centrale con forte significato sociale e culturale. A seguire, l’installazione di Agnes Questionmark esplora il corpo come medium artistico, al centro di una ricerca concettuale sulla resistenza e la resilienza fisica ed emotiva. Entrambe le opere offrono uno sguardo innovativo sull’arte contemporanea, tra impegno politico e sperimentazione performativa. In questo caso, il corpo dell’artista diventa veicolo politico, sfidando i rapporti di potere della società. 

Voluspa Jarpa propone invece un’esperienza sintetica alla scoperta dei diversi elementi che costituiscono il suo lavoro, che esplora il concetto di archivio e di memoria, configurandosi come un’indagine sui punti ciechi della modernità. Nel suo progetto la vista, insieme all’udito, evocano gli eventi e il loro riverberare tra il passato, presente e futuro. 

On the breadline, Elena Bellantoni, 2019, Video 4K, quattro canali a colori, 24’33” foto di scena 50X70 cm su carta fine art

Anna Franceschini ritorna all’immagine del corpo, questa volta rappresentato sotto forma di macchina. I lavori dell’artista si pongono come esplorazioni di oggetti, artefatti e le modalità in cui vengono esposti o presentati. Una rivalutazione del loro ruolo della loro posizione nel contesto dell’estetica del capitale che trova le sue radici nel cinema inteso come movimento. I riferimenti al movimento in collegamento con la sua natura cinematografica ritornano anche nel progetto presentato in occasione della mostra. Obiettivo dell’artista è confermare che il cinema e la sua illusione possano essere trovati anche altrove, in luoghi della mente e dell’esistenza inaspettati. 

Infine, il progetto di Mohamed Bourouissa conferma l’attenzione al corpo e ai temi sociali come filo rosso che anima tutta l’esposizione. Nel suo lavoro video esplora la nozione di controllo, l’espropriazione del corpo e le relazioni di dominio all’interno dello stato. Questa riflessione viene concretizzata in sculture di alluminio fuso, che evocano le azioni subite dal corpo rilasciando la tensione trattenuta a lungo. 

La mostra si presenta come un punto di incontro tra linguaggi artistici diversi, generando nuove riflessioni e critiche sulla società contemporanea. Uno spazio di dialogo aperto e confronto culturale, dove l’arte si fa strumento attivo di analisi e cambiamento. Nell’ambito della selezione musicale del Mario Merz Prize, il concerto dei finalisti Arturo Consales, Natalia Domínguez Rangel e Luigi Morleo si terrà domenica 29 giugno 2025 presso la Cantina Ulmo, a Sambuca di Sicilia, offrendo un’esperienza immersiva tra arte, musica e paesaggio.

Mohamed_Bourouissa_Généalogie_de_la_Violence
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Giu 10, 2025

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