Ferragamo ci parla delle sue origini, Dolce e Gabbana omaggia Madonna e The Attico torna a sfilare fra lo scintillio di lampadari di cristallo. Il penultimo giorno della Milano fashion week è stato fra i più intesi della settimana; rivediamo gli show più rappresentativi
Ferragamo: l’origine
Uno dei motivi per il quale Salvatore Ferragamo riuscì ad entrare nell’olimpo della moda italiana fu la commercializzazione delle ballerine. Il designer italiano infatti iniziò prima a collaborare con i grandi del mondo della danza come Nureyev e poi passò alle dive di Hollywood. La prima grande musa ad indossare ballerine Ferragamo “fuori dalla sala prove” fu Audrey Hepburn facendole divenire un vero e proprio trend. Per la spring/summer 2025 di Milano Maximilian Davis ritorna a quel passato costruendo uno storytelling intorno al mondo della danza.
Sovrapposizioni di culotte, leggins, canotte e top sportivi che si intingono di lusso nell’estetica e nei materiali. Grandi protagoniste le ballerine proposte sia nella versione storica che in una nuova veste; di fatti i classici nastri in raso vengono applicati su eleganti sandali con tacco. Ma la narrazione si ramifica anche in una direzione più casual e sportiva. Parka oversize, tute intere da lavoro e trench increspati che imitano e accompagnano i movimenti del corpo. Le linee diventano più essenziali sugli abiti in paillettes, in quelli drappeggiati e negli eleganti soprabiti con una fantasia a taglio laser.
Dolce e Gabbana: l’icona
Bellezza italiana ma anche internazionale, quella della musa che ha ispirato l’ultima collezione di Dolce e Gabbana per la spring/summer 2025. Sotto un velo in pizzo nero si cela Madonna, la regina del pop, che, chiamata come ospite d’onore, osserva sfilare in passerella modelle con le sue sembianze. Boccoli biondi e reggiseni a punta si uniscono all’estetica della “bellezza italiana” facendoci ritornare all’era del Blonde Ambition Tour.
E così quella silhouette così iconica ritorna sulle giacche tuxedo, sui vestiti da sera con stampe floreali e, ovviamente, sull’abito guêpière. Il reggiseno a punta è ovunque ma con la visione dei due designer italiani ci riporta non solo a Madonna ma anche all’estetica bon ton degli anni ’50.
The Attico: il rumore dei cristalli
The Attico ritorna ufficialmente in passerella a Milano dopo esattamente un anno di assenza e lo fa causando molto rumore. La bellezza sublimata, edonistica e contemporanea che Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio portano in passerella è sorprendente nella sua tridimensionalità. Ogni look ha una propria storia, vivida e concreta. Il racconto glamour degli abiti in paillettes, del pizzo fatto a brandelli e delle piume sulle gonne e fra i capelli delle modelle non è il solo.
Si fa spazio infatti una collaborazione inaspettata, quella con Nike, che prende forma nelle sneaker, nei body in jersey attillati e in un abito nero da red carpet. La visione di The Attico è più limpida che mai e risplende, come cristallo, in quella che è sicuramente la collezione meglio riuscita delle due designer.
Ferrari: nuove direzioni
Passo dopo passo Rocco Iannone sta costruendo l’estetica di Ferrari distaccandosi definitivamente dalla visione legata al “mondo dei motori”. La collezione per la spring/summer 2025 ridefinisce un nuovo guardaroba in cui i colori caldi della terra rimpiazzano i fiammeggianti rossi delle scorse stagioni. Si nota un lavoro di ricerca nei materiali preziosi, nelle lavorazioni del denim e nelle linee pulite ed essenziali.
Capi come polo, canotte e mini dress avvolgono il corpo e ne lasciano percepire l’anatomia, accarezzandolo. Ferrari entra così in una nuova era in cui l’anima sportiva si fonde con quella elegante. Ma la “grinta” stilistica del brand resta intatta come dimostrano le tute intere, le camicie e le gonne in pelle.
Bottega Veneta: scenari impossibili
Matthieu Blazy continua a superare le nostre altissime aspettative e realizza una collezione sublimata d’arte e bellezza. La spring/summer 2025 di Bottega Veneta esplora scenari impossibili attraverso il consueto e la quotidianità. Gli abiti da giorno, come il completo da ufficio, si scompongono e si ibridano come la gonna-pantalone che apre lo show. Ritornano le sperimentazioni con la pelle che si insinua nelle trame delle camicie, dei pantaloni increspati e delle cravatte.
Colori e texture esplodono come in una reazione chimica regalando un dinamismo stilistico che affascina e incuriosisce. Cappelli in frange, cappotti con “squame” di pelle e gonne caleidoscopiche delineano una visione demi-couture in cui l’abito si fa arte. Semplicemente “Wow”, come si legge nelle note della sfilata.
Ermano Scervino: libertà sartoriale
La libertà espressiva del corpo secondo Ermano Scervino rappresenta la modernità e dunque il futuro. La collezione spring/summer 2025 è un manifesto celebrativo della femminilità e della sua libertà emancipata. Di fatti le ispirazioni principali arrivano direttamente dagli anni ’60-’70, due decenni segnati da numerose conquiste sociali e di costume.
Il guardaroba immaginato da Ermanno Scervino è ricco di equilibrate contraddizioni. La rigidità della giacca e del corsetto si contrappongono alla sinuosità dei pantaloni eleganti. Il denim è solo apparente e viene ricreato attraverso una tecnica tromp l’oeil che trasforma di fatto la texture e l’aspetto degli altri tessuti. Abiti sottoveste in pizzo accarezzano il corpo, regalandoci l’immagine di quella libertà che il designer immaginava.