Art

Vaginal Davis, l’icona “troppo punk per i gay e troppo gay per i punk”

Vaginal Davis non è solo un’icona: è anche una drag terrorista, una prostituta, una socialite di spicco e una manipolatrice

Se vi sembra assurdo parlare così di qualcuno per celebrarne le opere d’arte, sappiate che Ms.Davis si auto-definisce in questo modo da sempre. Sicuramente da quando, ispirata dalle militanti Balck Panthers, scelse per sé il nome di Vaginal Davis, tratto da quello della famosa attivista Angela. 

Sua cugina, Carla “Maddog” DuPlantier, introduce Ms.Davis alla scena punk di LA, dove inizia a creare le sue prime band musicali, tra cui The Afro Sister, ¡Cholita! e Black Fag.

La sua entrata sulle scene è definita da sempre come homocore: l’arte di fare parodia dello stereotipo del maschio eterosessuale bianco, sfidando la visione etero normativa dell’essere punk ed omosessuali.

In un’epoca in cui l’Aids dilagava come un’epidemia i diritti LGBTQIA+ erano ancora un sogno lontano. La gente come Ms.Davis era “troppo gay per i punk e troppo punk per i gay” e forniva un alternativa a chi viveva fuori dalle norme, grazie alla sua arte, musica e fanzine auto-pubblicate.  

La complessa rivoluzione attuata dalla produzione estremamente eterogenea di Vaginal Davis è costituita da strategie di decostruzione. Ms.Davis vuole colpire non solo la cultura dominante, ma anche il razzismo interiorizzato all’interno delle varie soggettività. Con lo scopo di distruggere l’etero normatività, con i conseguenti meccanismi imposti di riproduzione sociale e binaria di genere. 

Tramite la performance Ms.Davis mira a disidentificare i soggetti marginalizzati. Li libera dall’oppressione che gli è cucita addosso, riconoscendo invece dei nuclei di resistenza a paradigmi precostituiti e narrazioni fuorvianti. Ms.Davis si colloca oltre il binarismo di genere imposto e la mascolinità performativa nel mondo gay. Transita tra i generi attraverso un’esagerazione delle caratteristiche ritenute distintive che contribuiscono alla costruzione delle idee di maschile e femminile.

Magnificent product: small, contemporary, haggard 

La mostra Magnificent Product ospitata dal Museo Moderna a Stoccolma è un percorso cronologico delle opere di Ms. Davis. Su base multidisciplinare, non si limita alle sale del museo ma ne oltrepassa i confini. La mostra da vita ad un’esibizione diffusa tra il National Museum, la Galleria Accelerator dell’Università di Stoccolma, Index Fondazione Svedese per l’arte contemporanea, MDT teatro di danza moderna ed il festival Tensta Khonstall (7-8 settembre 2024). 

Al Moderna Museet, sono tre le principali installazioni che ripercorrono la carriera di Ms.Davis in quanto scrittrice, autrice, performer, video maker, visual performer e molto altro. 

“Once you turned sixteen, you were kicked out of the group, but of course we never aged.” 

-Vaginal Davis 

Accolto dalla ricostruzione del cinema Cinerama di Los Angeles, intitolato a Carla “Maddog” DuPlantier, lo spettatore si troverà immerso nel mondo di Vaginal Davis, attraverso corti da lei ideati, video musicali e video proiezioni.

Primo tra tutti ¡Cholita! (1995), in cui la band creata da Vaginal Davis, che all’intento del gruppo si identifica con Graziella. Graziella, una ragazza latino americana, si esibisce con testi irriverenti che sfidano la realtà stagnante della scena punk dell’epoca. In The White to be Angry (2020), invece, Ms.Davis si impossessa di alcuni spezzoni di spot televisivi dell’epoca ricreando un’immagine dell’America permeata di critica e black humour.

Le pareti del teatro sono ricoperte di vaporose tende verde acqua. Spostando le tende si rivelano muri tappezzati da pagine di diario, manifesti, volantini, fotografie ed altro materiale di archivio dagli anni ’70 ad oggi. 

L’installazione “HAG: small, contemporary, haggard” ricrea l’appartamento/galleria di Ms.Davis nel 1980, in cui gli artisti che vivevano (felicemente) ai margini, potevano esporre i propri lavori, lontano dalle aspettative e norme. Una prima riproduzione dell’appartamento venne ricostruita a New York nel 2012, durante una mostra personale dell’artista. Le pareti dello studio tappezzate da disegni di donne, celebrano le donne queer, ribelli e intrappolate in un ruolo di donne eteronormativo e mettono in questione l’intero costrutto di femminilità, rifiutando di ridurre queste donne ad una singola identità influenzata da una società patriarcale. 

Tra pareti e tende completamente rosa shocking, lo spettatore si appresta ad entrare nella terza installazione, formata a sua volta da due diversi ambienti principali. La libreria “The Fantasia Library” è una collezione di cinquecento libri fittizi dalla copertina rosa pastello, su cui Ms.Davis traspone la sua immaginazione e maniera di vedere il mondo.

Ognuno dei libri riporta un titolo inventato da Ms.Davis; (La lupa, Broken, Discussino Uganda), alcuni titoli più seri, altri più leggeri, ma tutti espressione della sua personalità.

In un mondo in cui non si è mai sentita appartenere a nulla, se non alle parole, Ms.Davis trova nella scrittura la sua libertà e l’espressione più autentica del suo io. La libreria è arricchita da vetrinette contenenti lettere, collage e pagine di libri, principalmente di autori afroamericani e punk.

Immaginate di essere teenager negli anni ’90, ascoltare i Backstreet Boys ma avere anche una malsana passione per “Christiane F. (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino)”. Avete boccette di smalto in ogni possibile colore e le pareti di camera vostra sono tappezzate dei poster presi in edicola su Cioè. Ora immaginate che, assieme alle fotografie di Christiane F. Ci siano quelle della band punk The Afrosisters, affiancate poco più in là da quelle di Michael Pitt e Gloria Williams.

Al centro della stanza un letto rosa rotante con disegni stilizzati è occupato quasi interamente da un enorme dildo di gesso. Questa è Tween Beedrom, un installazione irriverente dove Vaginal Davis riunisce gli oggetti che rappresentano il suo modo di pensare e la sua personalità.

I riferimenti alla cultura pop delineano l’animo di un’eterna teenager. Gli spunti culturali rimandano alla figura della pensatrice, mentre il dildo e alcune immagini porno sono il simbolo della sua ossessione per il porno gay.

I collage, la musica diffusa tratta dal film “Due ragazze e un marinaio” ed un messaggio vocale di un ammiratore segreto, ci parlano di una Ms.Davis più romantica ma anche disillusa.

Gli smalti per unghie, la colla e le forbici ci ricordano che Ms.Davis si batte da sempre per creare un mondo diverso e sicuro per tutti coloro che non si sentono rappresentati.

Hofpfisterei, o l’arte di impossessarsi delle parole. 

Interessanti approfondimenti in formato testuale e visivo sono presenti nella galleria Index dove, attraverso la mostra Hofpfisterei, entriamo in contatto con l’ironia di Vaginal Davis. Si parte dal titolo che rappresenta la metodologia dell’artista, basata sull’appropriazione di parole a cui attribuiva poi un significato diverso. Hofpfisterei infatti significa panetteria in tedesco, una parola che Ms.Davis trovò interessante durante il suo periodo a Berlino, decidendo di farla sua.

I generi trattati spaziano tra poesia, tabloid, gossip, giornalismo e molto altro. Oltre a diapositive, collage, libri e fotocopie di pagine di diario, é presente un computer degli anni ’80. Sullo schermo si può leggere integralmente il primo blog di Ms.Davis “Speaking from the Diaphragm”. Nel blog l’artista riversava tutta la sua rabbia e anche la sua (non sempre sottile) ironia.

Le date e gli orari delle diverse mostre ed i prezzi dei  biglietti (laddove necessari) sono disponibili sul sito del Moderna Museet di Stoccolma. 

Di Ms.Davis è stato detto che “non ci dice come creare il nostro mondo, ci fa vedere come lei ha scoperto il suo”.

Ms.Davis infatti non si limita a rappresentare l’anticonformismo; lo incarna, lo vive e lo trasforma in una pratica quotidiana di resistenza. E così ci lascia alla fine con una domanda aperta. Con un invito a continuare a cercare, ad esplorare e a trovare il coraggio di immaginare un mondo nuovo solo nostro.

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Set 5, 2024

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