Valentino: the narratives è la nuova collezione menswear ss24. Un dialogo tra passato e presente definisce l’uomo valentino del futuro.
Una collezione innovativa e questa volta, per la prima volta, interamente dedicata al menswear. Una scelta legata alla necessità di esprimere una nuova concezione di uomo, un uomo moderno, fuori dagli stereotipi e lontano dagli schemi sociali. Forse proprio per questo la scelta ricaduta sull’Università Statale di Milano come location per la nuova collezione: un luogo di conoscenza, di apprendimento e di generale scoperta che riflette l’intento di Piccioli nel divulgare una nuova immagine maschile, adeguata ai mutamenti socioculturali in evoluzione. Riscrivere le regole della sartorialità e realizzare un guardaroba all’avanguardia, ma con uno sguardo sempre rivolto al passato, un background da cui si avrà sempre qualcosa da imparare. Così è proprio il lavoro svolto all’interno dei limiti della tradizione sartoriale che consente di andare oltre le regole socialmente imposte e di ricrearsi dall’interno, adattando il vecchio al nuovo, la tradizione all’innovazione, lo storico uomo Valentino al nuovo. In questo perfetto binomio la contemporaneità è incarnata da paradossi coesistenti, perché proprio <<nella fragilità si può trovare una forza, nella dolcezza un potere, nell’imperfezione una perfezione>> e, allo stesso modo, i blazer e i cappotti sartoriali destrutturati vengono abbinati a corti shorts, smorzando l’immagine rigida dell’uomo virile e formale, addolcendola in una veste più giovane e dinamica. Linee e tessuti più morbidi riflettono la rottura delle barriere e la sfumatura dei confini, ma anche e soprattutto il tocco romantico che l’art director ha voluto imprimere ai capi, prediligendo stoffe più delicate tanto al tatto quanto alla vista. La concezione della rinascita è ben espressa dai fiori, elementi ricamati nei tessuti che giocano un ruolo centrale in questa nuova collezione perché simbolo della primavera, dunque della rinascita, ma anche emblema della delicatezza e della tenerezza, entrambe disposizioni di quel chiaro romanticismo che Piccioli ha scelto di narrare. I fiori sono stampati, stilizzati, ma anche ricamati nei tessuti, un dettaglio da non sottovalutare perché esprime la volontà di radicare a fondo le cose, allusione alla necessità di imprimere i nuovi dettami dei cambiamenti in atto. Allo stesso modo, delicati fiori chiudono le camicie al posto di papillon o cravatte, maniera senza dubbi alternativa e romantica che ancora una volta si aliena dalla formalità tradizionale e mostra un uomo dal temperamento più mite, più dolce e più libero d’essere o d’indossare capi diversi dal socialmente normale. Ancora, una palette di colori variegata spazia dai colori decisi alle tonalità pastello, dove, accanto al bianco puro spiccano il blu, il grigio, il nero, l’azzurro intenso dei cieli estivi con tonalità del sabbia, ma ancora il rosso, lo smeraldo e il rosa nella sua versione PP Pink, che confermano il ritorno allo storico e celebre mondo Valentino. Un richiamo del passato che influisce sul presente e determina il futuro della maison; un processo ciclico necessario perché necessari sono i cambiamenti. Mutamenti e grandi passi, dunque, affinché si raggiungano grandi e nuovi traguardi. Non è casuale la scelta di colori determinati quindi, perché determinanti sono state le intenzioni dell’Art director nel ridefinire l’identità maschile. Colori che parlano, ma anche outfits che veicolano messaggi, vere e proprie summe stampate sui capi che invitano a cogliere il meglio dalle incertezze, dai dubbi, a rinascere da ciò che si è rotto o a ripartire da ciò che non è andato come si sperava: <<Things get broken, and sometimes they get repaired. And in most cases, you realize that no matter what gets damaged. Life rearranges itself to compensate for your loss, sometimes wonderful>>; un pensiero forte e anche ben radicato nella cultura giapponese, nel concetto del Kintsugi, le celebri rifiniture d’oro che danno nuovo valore a ciò che si è rotto, dimostrando che anche in una veste diversa si può rinascere, perfetti nell’imperfezione. Ed è stato proprio il Giappone, in particolar modo Porter-Yoshida & Company, il partner con cui Valentino ha deciso di collaborare nella realizzazione di una serie di borse presentate durante la collezione: le borse Valentino Locò con il loro patrimonio estetico vengono fuse alla silhouette delle borse in nylon Porter, accessori che fondono i codici estetici delle rispettive maison, con un risultato semplice, ma dal raffinato artigianato. Chiara la dichiarazione d’intenti di Pierpaolo Piccioli quindi, la manifestazione di un dialogo ininterrotto tra passato e presente che getta le basi però di un nuovo futuro, un futuro senza dubbi più libero, più lontano da ciò che è culturalmente o socialmente imposto e che esalta l’uomo nella sua più spensierata espressione. Così non si può sfuggire alla storia; il passato, bello o brutto che sia, determinerà sempre il presente e di conseguenza anche il futuro; sta all’uomo scegliere in quale modo trarne insegnamento e decidere come continuare il suo cammino, un po’ come insegna il Kintsugi: non è detto che qualcosa di rotto sia brutto o da buttare, perché anche dai frammenti possono nascere grandi opere d’arte; basterà solo cambiare prospettiva e tutto tornerà a splendere in una veste diversa, senza dubbi nuova, ma mantenendo pur sempre la sua antica essenza, proprio come la storia.
Photo Courtesy Valentino