Art

Time for Women! Empowering Visions: la mostra per celebrare il ventennale di Max Mara Art Prize for Women

Per la prima volta, tutti i progetti realizzati dalle vincitrici delle nove edizioni vengono esposti insieme, rendendo omaggio ai vent’anni di un premio da sempre dedicato all’innovazione artistica femminile

In occasione del ventennale del Max Mara Art Prize for Women, Palazzo Strozzi a Firenze ospita dal 17 aprile al 31 agosto 2025 la mostra “Time for Women! Empowering Visions in 20 Years of the Max Mara Art Prize for Women”. La mostra non celebra solo il premio, uno tra i più importanti riconoscimenti dedicati al supporto delle artiste, ma anche la lunga collaborazione tra Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti. 

Max Mara Art Prize for Women, un premio unico per la valorizzazione del processo creativo

È stato il primo premio per le arti visive rivolto ad artiste emergenti con base nel Regno Unito. Istituito nel 2005 da Max Mara Fashion Group, nasce con l’obiettivo di sostenere e valorizzare la ricerca delle artiste, offrendo loro tempo e spazio per la creazione di nuovi progetti.

La giuria, composta da una gallerista, una critica d’arte, un’artista e una collezionista, è presieduta dalla direttrice di Whitechapel Gallery, con cui Max Mara collabora nell’organizzazione dell’evento dalle origini. A ogni edizione, la giuria presenta un gruppo di artiste, seleziona una rosa di finaliste e le invita a sottoporre un progetto alla propria disamina.

Le vincitrici hanno la possibilità di trascorrere sei mesi in Italia. Durante questo periodo, hanno la possibilità di organizzare l’esperienza in base alle proprie esigenze personali e professionali, portano avanti ricerche su temi specifici della cultura e della storia del paese, acquisiscono nuove abilità tecniche e realizzano nuovi lavori. 

Alla fine di questo percorso, ogni artista espone il suo progetto in una mostra personale ospitata da Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti, aggiuntasi come partner nel 2007, che lo acquisisce.

Nel 2007 il premio ha conseguito il British Council Arts & Business International Awards, grazie all’impegno eccezionale nel riconoscimento e nel sostegno del processo creativo. 

Time for Women! Empowering Visions: la mostra a Palazzo Strozzi

Organizzata in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra vuole rendere omaggio a due decenni di innovazione artistica femminile, attraverso un’esperienza multimediale immersiva e poetica. 

Per la prima volta vengono presentati insieme tutti i progetti che le nove vincitrici delle diverse edizioni hanno concepito in seguito alla loro residenza in Italia. Artiste che, emergenti al momento della nomina, con il tempo si sono affermate nel panorama artistico internazionale. Ognuna di loro si è concentrata su aspetti particolari legati alla ricerca e all’esperienza in Italia: dalla commedia dell’arte alla maternità, dall’idea contemporanea di grand tour alle eccellenze artigiane, dalla mitologia alle comunità monastiche, dal paesaggio naturale alla Storia, fino alla raccolta di voci e narrazioni dimenticate dall’antichità ad oggi. 

La ricerca di queste artiste ha dato vita ad output diversi e multimediali: tra installazioni, sculture, opere a parete e video, il percorso di mostra offre una ricognizione di vent’anni di storia del premio. 

I progetti delle vincitrici reinterpretano aspetti differenti della storia e cultura del nostro paese

Protagoniste della mostra sono le nove vincitrici del premio: Margaret Salomon, Hannah Rickards, Andrea Büttner, Laure Provost, Corin Sworn, Emma Hart, Helen Cammock, Emma Talbot e Dominique White. 

Il progetto realizzato dalla vincitrice della prima edizione, Margaret Salomon, è il trittico di film “Ninna Nanna”, dedicato all’esperienza della maternità e alla riflessione sulle contraddizioni tra la sua iconografia popolare e la realtà del crescere dei figli. 

Tra gli altri lavori esposti spiccano “Poverty of Riches” di Andrea Büttner, un’esplorazione dell’intersezione di religione, arte e la condizione dell’artista nel mondo contemporaneo; l’installazione su larga scala “Mamma Mia!” Di Emma Hart, che consiste in una famiglia di teste di ceramica oversize, posta in dialogo l’una con l’altra. Ancora, Helen Cammock con “Che si può fare”, esplorazione del ruolo della voce nell’esprimere il sentimento del lutto e della perdita. 

Ognuna a suo modo, queste artiste hanno interiorizzato e reinterpretato aspetti della storia e cultura italiana, riversandoli in output unici e innovativi che hanno segnato un passaggio fondamentale nella loro crescita creativa e artistica. 

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Mag 9, 2025

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