“The Virgin Suicides”: Sofia Coppola svela il backstage inedito dell’iconico film cult in un libro fotografico

Un libro fotografico svela il dietro le quinte de Il giardino delle vergini suicide, raccontando attraverso immagini inedite e testi originali l’estetica e la visione di Sofia Coppola

L’adolescenza femminile, mistero sublime e inestricabile, si inserisce nell’immaginario visivo e poetico di Sofia Coppola ne Il giardino delle vergini suicide (1999). A venticinque anni dall’uscita dl film, la casa editrice Mack – nella collana Important Flowers – pubblica The Virgin Suicides. Il libro fotografico raccoglie gli scatti inediti realizzati da Corinne Day durante la produzione del film.

Rimaste per anni negli archivi personali della fotografa, le immagini sono ora riproposte sotto una nuova luce, accompagnate da testi originali di Sofia Coppola e Jeffrey Eugenides, autore del romanzo da cui è tratto il film. Il volume offre uno sguardo intimo sui retroscena dell’adattamento cinematografico, dal set alle attrici. All’interno si trovano tutti gli elementi simbolici della storia. L’ingenuità, la sacralità opprimente e i manufatti del quotidiano si mescolano a capi d’abbigliamento femminile e oggetti scenografici, frammentando la memoria dei cinque angeli della morte. 

Un dialogo profondo tra Coppola e Day

Sofia Coppola, figlia del regista Francis Ford Coppola e della documentarista Eleanor Coppola, ha studiato arte e moda prima di avvicinarsi al cinema. Dopo l’esordio con il cortometraggio Lick the Star (1998), realizza Il giardino delle vergini suicide, primo tassello di una filmografia coerente e personale. Con Lost in Translation (2003) vince l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, e continua con titoli come Marie Antoinette (2006), The Bling Ring (2013) e, il più recente, Priscilla (2023). 

La collaborazione — mai ufficializzata ma profondamente simbolica — con Corinne Day sul set del suo debutto è l’incontro di due sguardi affini. Day, icona della fotografia britannica degli anni ’90, è nota per i suoi ritratti sinceri e per catturare le attrici in pose spontanee, lontane da qualsiasi idealizzazione glamour. 

Entrambe capaci di tradurre l’incomunicabilità del turbamento adolescenziale in visioni senza tempo, svelano immagini non posate di una bellezza grezza. Lo sguardo condiviso sulla femminilità non è mai voyeuristico, anzi, rifugge la spettacolarizzazione del corpo femminile. L’equilibrio tra le due creative si cela nella rappresentazione di una verità, nascosta e intangibile che si ritrova nella bellezza disadorna e autentica delle protagoniste. Le sorelle Lisbon diventano presenze evanescenti e surreali, sospese tra ingenuità giovanile e un’imminente morte. Sono adolescenti prigioniere di una famiglia repressiva, di una società permeata da pregiudizi e da uno sguardo maschile inconsapevole e giudicante. Si tolgono la vita, infatti, a causa di un sistema di oppressioni: solitudine, mancanza di libertà e incomunicabilità.

Nella regia di Coppola come nella fotografia di Day, l’adolescenza non è mai narrata: è suggerita, evocata, lasciata fluttuare come un mistero irrisolto.

Con la pubblicazione del libro The Virgin Suicides, Sofia Coppola offre un prezioso oggetto editoriale delicato e potente, che approfondisce la lettura di un’opera ormai entrata nell’immaginario collettivo come una delle più intense e indelebili rappresentazioni dell’adolescenza femminile.

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Mag 8, 2025

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