“When the kids were united” by Gavin Watson

La subcultura punk in mostra allo spazio Maiocchi di Milano con la mostra “When the kids were united”

“I don’t want to be rejected, I don’t want to be denied, then its not my misfortune that I’ve opened up your eyes. Freedom is given, speak how you feel. I have no freedom, how do you feel? They can lie to my face, but not to my heart.”

È il luglio del 1978, la cultura punk ha iniziato da alcuni anni a far parlare di se, contrapponendosi fermamente alla rigidità imposta dalla società inglese. Al 430 di Kings Road un’acerba Vivienne Westwood accoglie i giovani nel suo primo negozio “Sex”, mentre le radio passano le note di “If the kids are united” degli Sham 69.

Il singolo, assieme al brano inciso sul lato B “Sunday morning nightmare”, salì subito ai vertici delle classifiche musicali inglesi, diventando ben presto un inno di ribellione e speranza per i cosiddetti giovani “No future”. Giovani che si rivedevano nelle parole della canzone e nel suo invito a boicottare il sistema, facendo sentire le proprie voci, senza mai rinunciare ai propri sogni, anche di fronte ad una società che cercava di ostacolarli in ogni modo. 

Gavin Watson, il fotografo di una Londra che si ribella 

In questo contesto di ribellione, cresce Gavin Watson, nato a Londra nel 1965, ed appassionatosi fin dalla più giovane età di fotografia. Dopo aver lasciato la scuola inizia a fotografare la vita delle persone che lo circondano. Successivamente lavora come assistente alla camera oscura, ma ritorna presto alle origini decidendo di concentrarsi su scatti più personali. Inizia così a seguire il fratello Neville nelle sue avventure da giovane punk e skinhead per le strade londinesi degli ultimi anni Settanta. Inizia a scattare tantissime immagini di quei giovani ribelli che si opponevano ad una società che li voleva incasellati a tutti i costi.

Questa idea, nata un po’ per sfida, un po’ per passione, lo porterà a possedere uno degli archivi più ricchi e più rappresentativi mai visti delle subculture giovanili dell’Inghilterra degli anni Settanta/Ottanta. 

Oggi, a diversi anni di distanza, la mostra “When the kids were united”, è ospitata da spazio Maiocchi a Milano. La mostra riprende il titolo di quella canzone punk oi!. Genere nato per combatter il punk mainstream e commerciale. Ma sopratutto per rimanere ancorati alle origini ed al significato intrinseco di qualcosa che non era solo un genere musicale, ma uno stile di vita. Uno stile che fin dalla sua nascita era stato in grado di dare voce ai giovani incoraggiandoli a non farsi dividere dalla società e dalla politica. 

E come potrebbe, questo titolo, non risuonare a Watson, che nelle sue fotografie ha sempre rappresentato quell’unità tra “ragazzi”, che non erano per forza giovani ma semplicemente animati da sogni, rabbia, desiderio di rivalsa? Le sue immagini ritraggono le categorie più emarginate della società inglese. Non solo giovani punk e skinhead, ma anche hooligans, raver, e ogni persona che facesse parte di fasce marginalizzate, bambini, anziani, lavoratori. Attraverso i suoi scatti ne sottolineava i tratti più duri, ma anche la semplicità e la disperazione con la quale essi si attaccavano alla vita. 

“Punk is not dead!”: la moda che rende immortali le subculture urbane 

Sebbene i movimenti culturali e politici che infervoravano i giovani punk siano ignoti ai più, sicuramente non lo è la connotazione fashion che questi gruppi veicolavano, girovagando per le città con abiti strappati, borchie e spille da balia che, spesso, venivano utilizzate come gioielli. E, se è vero che le mode ritornano, tutti noi conosciamo almeno una persona che ha già indossato un capo o un accessorio legato in qualche modo alla sfera punk o underground degli anni Settanta. 

In occasione di “When the kids were united”, dunque, è facile immaginare una collaborazione ben riuscita con Umbro. Il noto marchio sportivo, ha realizzato alcune delle sue classiche magliette nere impreziosendole con una delle più famose fotografie dell’artista. Questo sodalizio artistico è suggellato dalla presenza di Slam Jam. Realtà nata nel 1989 con l’obiettivo di portare in Italia lo stile underground, quando ancora non si chiamava così. Attraverso clubbing, musica ed arte, il fondatore Luca Benini ha saputo connettersi con il mondo partendo da un semplice scantinato di Firenze. Oggi non smette di far parlare di se, tanto che il suo nome rappresenta un vero e proprio marchio di garanzia per ogni brand streetwear. 

Lo scorrere del tempo è inesorabile, ma alcuni movimenti culturali non smetteranno mai di unire i loro “kids” in giro per il mondo. 

La mostra fotografica “When the kids were united” aprirà al pubblico oggi, 21 marzo 2024, presso Spazio Maiocchi, in via Achille Maiocchi 7, a Milano. Le t-shirt Umbro sono invece disponibili sul sito slamjam.com 

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Mar 21, 2024

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