Il contemporaneo si fonde con il disruptivo nella sfilata SS24 di Cormio e le donne diventano il centro di un mondo ribelle.
Nel mondo della moda poche realtà riescono a catturare l’immaginazione e a incantare il pubblico come il brand Cormio. Fondato da Jezabelle Cormio nel 2019, questo marchio ha rapidamente catturato l’attenzione del fashion system con la sua estetica unica e provocatoria, tanto da intraprendere una collaborazione prestigiosa con Gucci Vault. Cormio è molto più di un semplice brand di moda, è un viaggio in un mondo in cui la familiarità si fonde con l’intrigante, un universo composito che sembra attingere da narrative agli antipodi.
La recente presentazione della collezione Primavera Estate 2024 alla Milano Fashion Week ha confermato ancora una volta la capacità di Cormio di sorprendere e affascinare il pubblico. Ma oltre alla moda Cormio è anche una dichiarazione di intenti: l’arte di sfidare le convenzioni, di esplorare nuovi territori creativi e di celebrare l’unicità di ogni individuo.
A rendere speciale il mondo di Cormio è l’audacia di mescolare elementi naïf che richiamano l’infanzia con un gusto non convenzionale che spiazza e intriga. Le collezioni di Cormio oscillano tra il folkloristico e il punk, con maglioncini tirolesi rivisitati e richiami Y2K dal twist stravagante. In questo universo, ogni design è permeato di un valore affettivo, sfidando la caducità delle tendenze e offrendo un’esperienza unica.
«La banalità è come l’entropia; alla fine tutto collassa in essa», così inizia la lettera con cui Jezabelle Cormio dà il via alla sua inquietante critica della contemporaneità e accoglie i suoi ospiti. Questo messaggio è il cuore pulsante della sua visione.
Nella sua collezione la designer trasmette la sua intenzione di lavorare e interagire politicamente con la figura della donna attuale e affronta temi come la paura, i giudizi, la quantità di responsabilità quotidiane, la maternità e la disparità di genere nel mondo del lavoro. Su questo aspetto, compreso il lavoro domestico, lo sbilanciamento è ancora evidente.
Ecco alcuni dati sconcertanti presentati nella lettera: solo il 51% delle donne italiane lavora, e tra queste, il 51% ha contratti a tempo parziale con una retribuzione inferiore del 30% rispetto agli uomini. Le donne CEO rappresentano meno del 3% delle aziende italiane quotate e coprono solo il 22% delle posizioni di leadership. Questi dati dimostrano la persistente disuguaglianza di genere, anche nell’industria della moda, dove le donne costituiscono il 70% della forza lavoro ma occupano meno del 25% delle
posizioni direzionali nelle aziende più grandi.
Essere donna in questo mondo non è facile e Jezabelle esprime quanto possa essere dura la realtà nel mondo di oggi. La donna che propone attraverso il suo marchio, anche se molti dei suoi capi possono essere considerati senza genere, è ancora una volta una combattente, una forza della natura con tratti ribelli. E così gli abiti sono adornati di borchie, catene e slogan provocatori.
La presentazione della collezione non è stata solo un atto di denuncia ma anche un momento di condivisione e solidarietà tra donne, un’occasione in cui indossare con fierezza il proprio sostegno reciproco.
In un mondo sempre più omologato Cormio si erge come un faro di originalità, riflessione e sperimentazione, dove il passato si mescola al presente e il disturbante si fonde con il familiare. Il marchio continua a evolversi ma una cosa è certa: Cormio rimarrà una scintilla luminosa nell’universo della moda, pronto a sorprenderci ancora.
Photo courtesy Cormio.